Io e Andrea. Capitolo sei
Data: 02/09/2021,
Categorie:
Trans
Autore: Trozzai Gotusva, Fonte: EroticiRacconti
... energia del grande fiume. Era più facile vogare sull’Adige e meglio ancora, sulle acque placide del Sile. Ma tornando al tema, un pomeriggio, dopo aver pesantemente provato i muscoli nel pagaiare, siamo tornati per pranzo, nella piccola cabrio di Andrea e subito dopo siamo ripartiti alla scoperta dei paesaggi che si apprezzavano lungo gli argini.
Il grande fiume dall’alto evocava diverse emozioni. Ma è impressionante anche vedere come in passato, nelle aree alluvionali, per fortuna ora abbandonate vi fossero state costruite fattorie e abitazioni di ogni tipo. Case sparse e per soddisfarne le esigenze del culto, delle chiesette. Tutto questo stimolava terribilmente la mia curiosità. Andrea mi ascoltava silenziosa mentre le raccontavo come era in quelle zone la vita degli indigeni negli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso, all’epoca delle grandi alluvioni. Percorrendo la strada sugli argini, un perfetto nastro di asfalto che corre tra il verde delle terre adiacenti le zone golenali da una parte ed i campi che a tratti costituiscono degli invasi di sicurezza dall’altra, gli occhi si dilettano della bellezza dei campi nei colori dell’incipiente autunno in quella natura beneficata dal bene prezioso dell’acqua.
Ad un certo punto, Andrea mi chiede di fermare la macchina indicando un campanile che sembra emergere in mezzo al nulla tra l’argine e un terrapieno che delimita uno dei tanti invasi. Si vede qualche tetto mezzo diroccato ed una stradina banca che a tratti ...
... scompariva per riemergere nuovamente e poi nascondersi tra alberi e cespugli. Andrea sembrava una bimbetta curiosa ed era chiaro come desiderasse andare in esplorazione. L’attirai con un abbraccio un po’ osteggiato dalla costrizione dei sedili infossati nello striminzito abitacolo. La station che sua madre le prestava per le nostre uscite serali era tutt’altra cosa.
Ci baciammo comunque e procedemmo alla ricerca della stradina che ci potesse portare a scoprire cosa ci fosse attorno a quel campanile che sbucava quasi giocando a nascondino in mezzo alla vegetazione. Trovammo la strada dopo poco più di un chilometro. Scendeva dall’argine e con una serie di curve e controcurve procedemmo la nostra ricerca. Dopo cinquecento metri incontrammo la prima casa e così alla stessa distanza una seconda e poi un piccolo gruppetto di costruzioni ad un piano attorno ad una piccola fattoria. La strada attraversava i cortili e proseguiva, sempre con curve e controcurve, nella piana. Dopo tre chilometri di percorso, arrivammo in una carreggiata coperta di erba falciata di fresco. Ad una cinquantina di metri c’era una chiesetta con accostato di fianco il campanile visto dall’argine.
Scendemmo ed Andrea si fiondò a curiosare attorno all’edificio poi, spingendo la porta appena accostata, entrammo. Si guardava attorno nell’unica stanza poco più di una ventina di metri quadrati, con l’altare alzato da tre gradini. Ancora c’erano alcuni banchi e seppur spoglio di ogni simbolo religioso, l’altare e ...