Io e Andrea. Capitolo sei
Data: 02/09/2021,
Categorie:
Trans
Autore: Trozzai Gotusva, Fonte: EroticiRacconti
Io e Andrea. Capitolo sei.
Dopo la serata in camporella accovacciati nei sedili del coupé all’ombra della luna, l’aia dei nonni di Andrea divenne il nostro punto fisso di incontri. Nei fine settimana finché durò la stagione estiva, eravamo diventati clienti abituali dell’albergo al mare che oramai riservava la stanza senza nemmeno prenotare. Avevamo pensato di utilizzarla anche nelle serate infrasettimanali, ma la distanza rendeva difficile il progetto e anche quando Andrea tornò in possesso della patente, preferivo raggiungerla per recarci in campagna. Appurata la scomodità della mia auto per stare insieme, una volta a casa sua, ripartivamo con la confortevole station di sua madre. Rovesciando il divano posteriore, ne ricavavamo uno spazioso letto matrimoniale e le nostre serate amorose risultarono sempre più soddisfacenti.
Dopo l’estate, qualche fine settimana la trascorremmo assieme a casa mia, dove mia madre non faceva domande e trovava “la mia amica” molto simpatica, anche se un po’ strana. Del resto, era una mia amica, (considerazione ovvia secondo lei). Sicuramente sospettava qualcosa, ma non faceva mai domande, era sempre dalla mia parte. Andrea però non si sentiva a suo agio a casa mia e comunque era tanta la distanza dal suo luogo di lavoro, per cui la cosa migliore risultava fare del pendolarismo. Andavo da lei da due a tre volte la settimana e durante il weekend studiavamo sempre soluzioni diverse, dal bed and breakfast all’alberghetto; l’importante era ...
... stare assieme, anche per fare sport.
La avviai a percorsi in mountain bike ed a lunghe pagaiate in kajak sul fiume. Andrea seguiva con entusiasmo e riusciva pure con prestazioni interessanti già nel breve periodo. Un discreto successo ha avuto anche il corso accelerato di equitazione e condividemmo molte passeggiate a cavallo con la monta all’inglese. Andavamo al maneggio che mi aveva visto cavalcare sin da adolescente. Nessuno si preoccupava se portavo ragazze nuove, erano tutte amiche diceva Rommi, sottolineando la battuta con un tono mostruosamente sarcastico, ma lo faceva con tutti gli uomini che presentavano molte donne e, per non fare differenze, per tutte le donne con molti uomini. Le coppie fisse erano peraltro poche al maneggio e comunque tutti ridevano di questa sua abitudine e, quando insisteva più del dovuto, qualcuno gli chiedeva dove fosse e cosa stesse facendo la moglie Pilar. Bastava questo per sentirlo soffocare una sequenza di bestemmie che menzionavano tutti i santi conosciuti più qualcuno di fantasia e subito cambiava registro.
Un bed and breakfast meta delle nostre frequenti vogate in kajak, si trovava nei pressi del grande fiume Po. Aveva a qualche centinaio di metri una zattera dove stavano ormeggiate poche imbarcazioni, perlopiù gusci di noce (li chiamavo io), utili per esercitare la pesca. Da lì mettevamo in acqua i nostri kajak e partivamo sempre controcorrente, perlopiù sottoriva per cercare di fare meno fatica possibile nel fronteggiare l’enorme ...