1. Io e Andrea. Capitolo sei


    Data: 02/09/2021, Categorie: Trans Autore: Trozzai Gotusva, Fonte: EroticiRacconti

    ... che sei tanto! Appoggiato sul corpo apparentemente fragile di Andrea, ne assaporavo il calore, riempivo le narici del suo profumo e mi muovevo piano rapito dal contatto. Riuscivo a percepire le pieghe del morbido pertugio nell’andirivieni del cappellotto che si faceva strada allargandone le pareti e mentre Andrea spingeva per alzarsi nell’assumere la posizione a pecora, aumentavo il ritmo e l’intensità della penetrazione.
    
    In quella posizione con le mani agganciate ai fianchi e lo sguardo magnetizzato dalla vista del cazzo che entrava ed usciva, mi piaceva estrarlo tutto e osservare lo sfintere beante pulsare, quasi un richiamo ad essere nuovamente riempito. Andrea ruotava il culetto offrendolo ad ogni manovra, sottolineando l’invito ad essere totalmente mia, fino in fondo. Mi venne in quella posizione, la fantasia di infilarci dentro qualche dito e sputandomi sulla mano destra infilai nel pertugio implorante un paio di dita subito dopo aver affondato per una buona metà di cazzo.
    
    Andrea rispose mugolando sonoramente. Così mi allarghi ancora di più disse, fa piano mi raccomando. Era comunque un invito alla mia fantasia, aggiunsi un terzo dito e insieme al mattarello eccitato allo spasimo per quella simbiosi, continuai la penetrazione godendo come un pazzo per le espressioni eccitanti dell’amata. Si sentiva spaccare e godeva all’inverosimile, lamentava dolore ma spingeva il bacino verso quell’insultante ingombro e portando una mano ad esplorare la situazione disse: è ...
    ... come se avessi un altro piccolo uccello oltre al tuo, mi sento tanto larga, tanto troia, la tua troia! Fammi tutto quello che vuoi.
    
    Avrei voluto avere un cazzo grosso il doppio per soddisfarla bene le dissi. Mi sentii immediatamente inadeguato e lei comprese il mio sentimento. Estrassi immediatamente le dita. Comprese ciò che stavo provando e schiacciandosi contro di me, mi catturò prendendomi il bacino e con l’uccello tutto dentro, compresso nelle viscere, mi assicurò la sua piena soddisfazione, ma al contempo, amava anche il gioco di sentirsi allargare senza penetrazioni profonde ma solo per pochi minuti, e non vuole un cazzo diverso come dimensioni.
    
    Ti voglio così come sei continuò a ribadire; non ho mai avuto un uomo come te. Tornai a giocare con un paio di dita nella posizione supina con le gambe sopra le mie spalle. Infilavo le dita oltre al cazzo, nella parte anteriore, accarezzando la prostata, o posteriormente, creando tensione nello sfintere, mentre continuavo a scoparla con un andirivieni ritmato che lei dimostrava di gradire sospirando profondamente. Dovremo prendere qualcosa di morbido suggerii, temo che le dita ti irritino. Fu subito d’accordo e continuammo il nostro amplesso con uno splendido spegni moccolo.
    
    Amavo vederla con la schiena abbronzata e i piccoli glutei esposti alla vista mentre esibivano il lento saliscendi sul mio birillo. Si aiutava con le mani appoggiate alle mie ginocchia divaricate e saliva e scendeva offrendomi lo spettacolo della ...
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