1. Il guardiano del faro


    Data: 31/08/2021, Categorie: Tradimenti Autore: AndreaCork, Fonte: Annunci69

    Era proprio nei giorni e nei momenti in cui il mare era più odioso che il suo lavoro diventava utile. Chi aveva bisogno di un faro perfettamente funzionante quando la visibilità era ottima? Nessuno. Era proprio quando la linea dell’orizzonte sparisce e cielo e mare diventano tutt’uno che il suo lavoro acquisiva un senso: che fosse notte o una giornata nebbiosa, in quei casi il suo lavoro diventava importantissimo. E lui lo faceva sempre bene: controllava sempre più volte al giorno che tutto fosse in perfetta efficienza e si godeva i momenti di solitudine che quel lavoro particolare gli concedeva. Se ne stava là, nel suo eremo a pochi chilometri dalla civiltà a lavorare e a godersi la vita; non era un solitario ma apprezzava il fatto di non avere nessuno che gli stesse sul fiato sul collo dalla mattina alla sera chiedendogli numeri. Numeri numeri numeri. Sempre numeri da giustificare. Troppo bassi o troppo alti. Ora… finché tutto era in ordine, nessuno gli guastava le giornate. E quelli erano gli unici numeri di cui ora doveva rendere conto. Niente altro. Passava il suo tempo libero a dipingere, suonare la chitarra, leggere, ascoltare musica, scrivere… non si annoiava di certo. E poi c’era sempre qualche amico da sentire, qualche amico da andare a trovare, qualcuno che andava a trovarlo, la vita della città a pochi minuti di automobile. Quello era uno di quei giorni in cui tutto intorno a lui era grigio: fece un altro giro del faro a controllare che tutto fosse a posto. ...
    ... Perfetto, niente da segnalare. Il faro era a posto. Segnò sul suo diario il giro che aveva appena fatto e si preparò una tazza di caffè: caffè americano, niente caffè all’italiana per i giorni freddi: la tazza grande lo scaldava di più della tazzina e non gli faceva male come l’espresso del bar, il cui gusto negli anni gli era quasi caduto in disgrazia: troppo forte e non sempre era buono. Poi arrivò lei. Al momento giusto. Quel giorno non aveva voglia di stare da solo, anche se il freddo e la nebbia avrebbero incoraggiato anche i più temerari a starsene al caldo tra le mura di casa. Ma pure lei, per quella sinergia che si era creata tra loro, aveva sentito la voglia di vederlo. La radio trasmetteva canzoni su canzoni, creando un sottofondo quasi monotono.
    
    ”Ma questo… è caffè?” disse annusando l’aria con aria compiaciuta, infreddolita dai pochi passi fatti all’aperto.
    
    “Vero che me ne offri un po'?”
    
    “Cazzo entra e chiudi la porta che fa freddo se vuoi il caffè!!!” Rispose Juri. Lei si chiuse la porta alle spalle ed entrò.
    
    “Stare qui da solo ti ha peggiorato il carattere, lo sai?” scherzò lei, sapendo che il tono scorbutico di lui era solo una maschera scherzosa che amava indossare.
    
    Mentre lui versava due tazze abbondanti, lei tolse gli stivali e gli regalò la visione di quei piedi che lui adorava. Nonostante fossero sul mare, l’ambiente era caldo e il pavimento di legno rendeva confortevole camminare anche a piedi nudi.
    
    “No, oggi le calze sono nere...” disse lei ...
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