Il castello medievale
Data: 29/08/2021,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Incesti
Autore: Fatheralex, Fonte: RaccontiMilu
... di fronte a lui – una trentina di persone fossero sedute su dei gradini, come una piccola tribuna.
Erano tutti in silenzio e sembravano molto coinvolti da quanto stava per capitare.
“Signore e signori del pubblico (invero più signori), benvenuti alla nostra attrazione più esclusiva e più interessante: le segrete! Davanti a noi il signor Alex, il signor Marco e la signorina Sara, che nella vita di tutti i giorni sono una famiglia rispettabile, ma che per la prossima ora saranno solo ed esclusivamente i nostri prigionieri”.
Un timido applauso si levò dal pubblico.
“Un avviso per tutti: tutto quello che vedrete sarà vero. Non siamo a teatro, sotto i vostri occhi, e sulla vostra pelle, vedrete veramente quello che capiterebbe in un’autentica segreta medievale di cinquecento anni fa. E ora, inizio ai giochi”.
Calò il silenzio su tutti.
“La tortura, che ebbe la sua maggiore diffusione proprio nel Medioevo – proseguì – viene definita come forma di coercizione fisica e psicologica, al fine di soggiogare e umiliare il soggetto. Ed è quindi vero che, se molti pensando alla tortura immaginano subito fruste e pinze, e altrettanto vero che la deprivazione del prigioniero passa anche e soprattutto attraverso la sua testa. Il prigioniero in primo luogo va umiliato”.
A passi lenti si avvicinò a Sara, che, immobilizzata, teneva lo sguardo basso.
“E quale maggiore umiliazione per una giovane ragazza se non mostrare il suo corpo a degli sconosciuti?”.
Afferrò il saio ...
... all’altezza del collo di Sara e con un movimento rapido glielo strappò di dosso, facilitato da due chiusure in velcro che ne avevano tenuti assieme i lembi al lato del corpo.
Dal pubblico si levò un mormorio di approvazione mentre Sara si mostrava vestita solo di un reggiseno bianco e un perizoma del medesimo colore.
Alex sentì un moto di irritazione a vedere gli sguardi degli astanti posarsi sul corpo della figlia.
“Cosa c’è, papà, sei nervoso?”, gli chiese il boia come se gli avesse letto nel pensiero.
Lui annuì in silenzio.
“E’ umiliante, vero, vedere la propria figlia esposta di fronte a degli sconosciuti? Eppure, se ci pensi, non è tanto diverso da quando si stende al sole in spiaggia. Lì non ti dà fastidio, immagino”.
Scosse la testa.
“E’ la nostra mente, la potenza della nostra mente – spiegò il boia rivolto al pubblico – Una ragazza in due pezzi al mare è normale, ma se la leghiamo in una segreta diventa umiliante”.
Tornò ad avvicinarsi a Sara.
“Ma ovviamente siamo solo all’inizio, e l’umiliazione vera deve ancora arrivare”.
Circondò il torso di Sara con le braccia, come se volesse abbracciarla, e le sganciò il gancetto del reggiseno, che cadde a terra, esponendo a tutti il suo seno – una seconda piena – che in quella posizione non poteva coprire in nessuna maniera.
Il pubblico sembrava interessato.
“Ma la tortura non ci serve solo per umiliare la vittima, ma anche per ricevere informazioni. E quindi chiediamo alla bella Sara: sei ...