1. Le avventure di Carmen e Giosuè – Giochi in hotel


    Data: 28/08/2021, Categorie: Erotici Racconti, Sesso di Gruppo Sensazioni Autore: RobertChevalier, Fonte: RaccontiMilu

    In un pomeriggio di estate mi ritrovo a terra facendo finta di pulire una camera. Avevo deciso di stuzzicare Giosuè giocando con lui un nuovo gioco. Decido di impersonarmi in una cameriera e identifico in lui il cliente. Avevo detto a Giosuè che avevo necessità di andare in bagno e per questo lo avevo pregato di non salire in camera con me. Mentre prendevo il sole in piscina ricordavo il giorno in cui mi aveva masturbato a bordo vasca l’anno prima ed il pensiero mi aveva eccitato non poco. Toccava adesso a me ricambiare le sue attenzioni. Così salgo non senza stampargli prima un bacio sulla bocca accompagnata da una penetrazione con la mia lingua impaziente di assaporare la sua pelle. La stanza era vuota in quel momento ed io ero impegnata nel mio lavoro, quando entra Giosuè. Mi trova carponi con una camicetta bianca ed una gonna nera sopra le ginocchia sotto la quale indossavo un paio di mutandine di pizzo bianche. Erano gli unici indumenti in mio possesso che potevano simulare una divisa. Gli dico che sono la cameriera e che mi dispiaceva che la camera non fosse in ordine. Lo rassicuro inoltre che di lì a poco la stanza sarebbe stata pronta. Giosuè capisce al volo il mio gioco e si cala subito nel personaggio. Mi risponde educatamente di non preoccuparmi, di fare con calma e che nel frattempo lui avrebbe fatto una doccia. Anziché saltarmi addosso, mi provoca facendomi anelare il momento in cui faremo l’amore. Non mi aspettavo la sua reazione che, a dire il vero, aumenta ...
    ... ancora di più la frenesia dell’attesa. Dopo circa un quarto d’ora ritorna in accappatoio. Una scia di profumo l’accompagna, quel Jardin sur le nil di Hermés che ho imparato a riconoscere. Vedo le sue spalle, le sua braccia, il suo torace e lo trovo sempre bellissimo ed affascinante. Faccio finta di essere innervosita per averlo aspettato. Gli dico di aver terminato e gli auguro buon pomeriggio. Vediamo adesso come se la cava, pensai elettrizzata al pensiero di quello che avrebbe fatto. Mi invita a riprendere fiato ed a fare quattro chiacchiere perché la sua compagna (cioè io) sarebbe stava via il pomeriggio in giro con le amiche. Che malandrino, pensai. Mi fa pesare l’essere assentatami l’altro giorno per stare con le mie amiche ed adesso vuole farmela pagare. Bene, rendiamo pan per focaccia mentre la mia vagina continuava a pulsare e ad inumidirsi. Lui si siede di fronte a me e non posso non notare, attraverso l’accappatoio semi aperto, il suo addome ed il suo cazzo in posizione “18 e trenta”. Vengo colta da una sorta di divertita curiosità. Mi veniva da ridere oltre che fingermi piuttosto imbarazzata e fuori luogo. Giosuè era abile. Teneva la conversazione in modo affabile ed io ero rapita dalla sua voce e dal movimento dell’accappatoio pronto a cogliere ogni risveglio del suo cazzo. All’improvviso, mentre parlavamo del più e del meno, capisco che si stava eccitando. Mi ero chinata facendo finta di raccogliere un granello di polvere ma lo volevo provocare regalandogli uno ...
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