Io sodomizzata da un aggeggio infernale
Data: 10/08/2021,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Filippa2, Fonte: EroticiRacconti
Dopo una esperienza lavorativa presso uno Studio professionale, vinsi un concorso bandito da una Amministrazione statale.
Il primo sito di lavoro era lontano da casa. Mio marito, di fronte al “posto fisso” accettò la situazione e rimase nella nostra residenza con il nostro piccolo virgulto, amorevolmente assistito dai nonni.
Prendevo il treno per tornare a casa il venerdì pomeriggio e ripartivo la domenica sera. La mia massima aspirazione sarebbe stata quella di tornare a casa (o ritornare al lavoro) nella cabina di un TIR con due bei camionisti che mi avrebbero posseduta a turno, magari neanche in un percorso autostradale, ma su strade piene di curve e tornanti, in maniera da potersi girare e rigirare al meglio nella cuccetta sopra la cabina di guida. Sarei arrivata bella e soddisfatta. Desiderio purtroppo mai avveratosi.
Presi una cameretta in fitto che condividevo con una studentessa universitaria: una bravissima ragazza, studiosa e metodica che programmava ogni minuto della sua vita. Superato un esame, si concedeva una settimana di riposo e tornava nel suo paese di origine. In quei periodi la stanzetta era tutta mia. Vi era un piccolo bagno ad uso della cameretta ma la cucina era in comune.
L’ambiente di lavoro non era particolare: tutti padri di famiglia con ampio senso di fedeltà coniugale. Tutti con la fotografia di moglie e figli sulla scrivania o appesa al muro alle loro spalle. Ciò rendeva un po’ difficoltosa la possibilità di qualche serata ...
... particolare.
Superai senza difficoltà il periodo di prova e sottoscrissi, finalmente, il contratto a tempo indeterminato.
Un giorno, in ufficio, nello spostare un faldone, feci cadere in terra, davvero inavvertitamente, la borsetta di una mia collega di nome Lisetta.
Dalla borsetta fuoriuscirono chiavi, telefonino, rossetto ed un altro aggeggio che non riuscii a identificare.
“E che cavolo!” disse Lisetta. “Stai attenta”
“Scusami, non l’ho fatto apposta….”
Ma ero curiosa, tremendamente curiosa….
A fine giornata lavorativa, feci in modo di avvicinarmi a Lisetta durante la timbratura del cartellino magnetico.
“Perdonami per quel che è successo. Ma te lo devo chiedere: cosa è quello aggeggio che è fuoriuscito?”
Mi rispose: “Tu non hai fatto niente, né hai visto niente. Promettimelo”.
“Certo, stai sicura.” Risposi.
“Ebbene, questo è un vibratore. Costava un sacco di soldi, aveva tante funzioni, era bello usarlo, ma si è rotto.”
“Cosa?”
“Come si dice ai bambini, “Si è rotto il giocattolo”. Qui ci sono microinterruttori ed ognuno ha una funzione: vibra, puoi regolare la velocità, il moto ondulatorio, persino la espansione. Ma si è rotto. A volte non funziona più il tasto principale dello spegnimento, cosicchè rimane in funzione fino a quasi all’esaurirsi delle batterie. Quando le batterie sono al minimo, si spegne da solo, come avviene per i cellulari”
Mi feci coraggio e le dissi: “Me lo vendi?”
E lei. “Vendi? Scherzi! Te lo regalo. A me non serve ...