1. Giochi pericolosi


    Data: 22/05/2018, Categorie: Cuckold Dominazione / BDSM Etero Autore: Cignonero_, Fonte: RaccontiMilu

    ... ancora le maniche appese ai gomiti e le tirò via, mi sentii inerme, sembrava furioso, lo lasciai fare mentre sentivo salire l’adrenalina, mi baciò il collo, tirai la testa indietro, ero sua, e completamente pervasa dal piacere, cercai di sollevare una gamba e portarla dietro il suo ginocchio ma non ne ebbi il tempo, aveva afferrato con forza la gonna che stava facendo scivolare ai miei piedi, mi lasciò con l’intimo, le calze ed il reggicalze. Ero in estasi, ansimai a ritmo frenetico. Di colpo sentii il gelido metallo avvolgermi i polsi, ‘click’, a quel suono raggelai, mi paralizzai, erano chiuse, realizzai che da quel momento la mia volontà era nelle sue mani, pesavano, era una sensazione strana. Scrutava i miei occhi come se riuscisse a leggere i miei pensieri ‘Fredde… pesanti… vero Dafne?… Tranquilla, ti ci abituerai’ non riuscivo a rispondere, mi sentivo spaesata. ‘Ora metto la sicura, cosicché non possano stringersi involontariamente’ mentre, armeggiava ai lati delle manette con la chiave, quella sensazione gelida e pesante ai polsi non riusciva ad abbandonarmi, eppure mi sentivo al sicuro, prese le mie mani e sollevandole le fece passare dietro la sua nuca. Marcello sorrise, posò le mani sui miei fianchi e mi tir’ a lui, eravamo così vicini, con le dita giocai coi suoi capelli, nonostante sentissi l’attenzione prodigata in maniera spropositata ai miei polsi imprigionati.
    
    Improvvisamente affondai le unghie nella sua carne ed inalai violentemente quando, ...
    ... inaspettatamente aprì la porta d’ingresso, al contempo si irrigidì e tir’ la testa indietro soffocando un gemito ‘Idea pessima quella di lasciare le tue unghie alla mercè della mia pelle, la pagherai mia cara Dafne’ sbarrai gli occhi, un soffio d’aria gelida si scontrò in un contrasto brutale con il calore del mio corpo; mi spaventai per un secondo, non capivo dove voleva portarmi, ma non lasciammo la sala. Marcello si sollev’ leggermente; avevo davanti a me il suo collo, osservai i movimenti del pomo d’Adamo, era lì che avrei voluto premere le mie labbra, baciarlo, e mordicchiarlo; trafficcò con qualcosa sulla porta e chiuse di nuovo, mi sollevò le braccia ed ancor’ la catena delle manette con un lucchetto a quello che sembrava un nastro con occhiello. ‘Non preoccuparti, mi cara Dafne, può sostenere molto più del tuo peso’ Non capivo più niente, l’adrenalina aveva inondato il mio corpo. Ero appesa, bloccata lì, su quella porta; alzai la testa e feci tintinnare le manette, roteando i polsi, poi lasciai che le mani penzolassero. “Non andrai da nessuna parte” bisbigliò Marcello. Ero inerme di fronte alla sua voce vellutata e al suo sorriso perverso, questo mi eccitò ancora di più; strofinai le cosce l’una contro l’altra nel tentativo di calmare la foia che saliva, Marcello avvertì quel gesto e fece scorrere lentamente una mano sul mio corpo, accarezzò il mio ventre, scivolò nelle mutandine fino al monte di venere; mugolai e d’istinto tentai di serrare le cosce, ma la punta della sua scarpa ...
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