Giochi pericolosi
Data: 22/05/2018,
Categorie:
Cuckold
Dominazione / BDSM
Etero
Autore: Cignonero_, Fonte: RaccontiMilu
... scrivania incassata in una libreria che ricopriva una delle pareti, a terra un grande tappeto antracite dai fili di lana grossi e ribelli occupava quasi tutto il pavimento, dall’altra parte della stanza un divanetto in tessuto chiaro, lo studio si affacciava sul terrazzo che tracciava buona parte dell’appartamento. “Un altro bicchiere?” Domandai, abbandonando la giacca e tacchi sulla strada per la cucina, i due uomini annuirono; indicai il divano, Dario si sedette appoggiando il tallone su un ginocchio, Marcello restò in piedi; sembrava studiare la situazione. Consegnai a Marcello un whisky e gli diedi un bacio sulle labbra; leccai la sua bocca assaporando l’amarezza del malto e scivolai con le dita giù per la camicia arrivando ai pantaloni; poi mi rivolsi a Dario, posando il bicchiere sul tavolino e mi accomodai accanto a lui. ‘Riprendi da come lo hai lasciato lunedì” mi sfidò Marcello. “Vieni’ l’invitai, con sguardo languido, accarezzando la seduta morbida del divano. “Preferirei guardare” replicò facendo scorrere il dito lungo il bordo del bicchiere. Sorrisi, Marcello era un voyeur per eccellenza; insieme avevamo visto diverse altre coppie fare sesso e sapevo che lo eccitava in maniera incredibile; ma ora, si trattava di fare un passo avanti, ed inoltre, dovevo attuare la mia piccola vendetta. “Ti basta guardare, allora lo farai da lì’ inarcando il sopracciglio indicai la panca sul balcone; a breve, sarebbe rimasto a guardare senza poter fare altro; Marcello si accomodò ...
... sui cuscini morbidi e sogghignando, con un gesto della mano mi invitò a continuare con Dario, scossi lentamente la testa, ricordandomi che mancava qualcosa di importante. “No Marcello, devo assicurarmi che tu possa solo guardare, ricordi?” Mi alzai dal divano e raggiunsi il carillon, lo aprii; la musica melanconica che ne usciva fuori, cozzava con l’aria carica di ormoni e tensione che si respirava in quello studio; afferrai le manette e richiusi lo sportello del tavolino. Marcello sorrise e vedendomi arrivare da lui con quel aggeggio luccicante e metallico fra le mani, sollevò i polsi nella mia direzione, prima di chiuderle lo fulminai ‘Le chiavi?’ reclinò la testa e guardandomi sottecchi ghignò ‘In una delle tasche del pantalone’ lo perquisii e quando le trovai azionai il rituale per controllare le serrature ‘Bene, ora sarai mio’ imprigionai i suoi polsi ancorandoli al bracciolo in ferro della panca, solo per dissimulare qualsiasi atto masturbatorio. Una chiave la lasciai scivolare nella collana che riallacciai al mio collo, l’altra invece, la riposi nella tasca dei suoi pantaloni, ci fu uno sguardo d’intesa. L’aria tiepida grazie al libeccio mi assicurava che Marcello sarebbe stato comodo, ma presi comunque il caldo plaid in lana d’Angora e gli coprii le spalle; una piccola attenzione nei suoi confronti. ‘Devi tenerci davvero molto a me’ sussurrò con un tono sembrava quasi sarcastico. ‘Semplicemente non voglio ti ammali, non mi piacciono gli uomini deboli, lo sai’ replicai ...