1. Non poteva dirmi di no...


    Data: 20/07/2021, Categorie: Etero Autore: skizzoinfoiato, Fonte: Annunci69

    ... tempo.
    
    “non qui, ti prego, portami giù!” Si allontanò per farmi alzare e lo precedetti sculettando davanti ai suoi bramosi occhi, raggiunsi la camera padronale , al cui centro dominava un letto matrimoniale enorme libero su tre lati, gettai senza cura i suoi abiti per terra e mi sdraiai prona di traverso, dopo una bel giro su me stessa facendogli così posare gli occhi anche sulla mia quinta misura, dura, piena non c’era spazio fra i due globi…e i miei capezzoli turgidi erano dritti come falangi.
    
    Sorrisi nel vederlo attonito con quel bozzo poco domabile dei suoi pantaloncini. Mi sdraiai allargando un poco le gambe, mi venne di fianco, dopo aver rovistato in un cassetto. Ero in attesa.
    
    Un rumore riempì la cabina, un ronzio fisso e ritmico, un corpo vibrante sfiorò le mia labbra scatenandomi un ondata di marea. Crebbe al pari di un’onda anomala, il ronzio crebbe e con esso il piacere che mi lasciò letteralmente senza fiato e, incapace di una qualsiasi reazione.
    
    Uno tsunami mi devastò, non riuscii a fermarlo in nessun modo, ero inerme, le mani cercavano di allontanare quel vibratore che senza nemmeno violarmi mi stava regalando un orgasmo tanto unico quanto irripetibile.
    
    Esplosi con un gemito soffocato sulle candide lenzuola di seta sotto me. Il ronzio di colpo smise, e Andrea, cambiò posizione venendomi difronte.
    
    Sembravo svenuta, ma tutto ero meno che svenuta, ancora in preda a piccole scosse di piacere nel basso ventre e con un desiderio non più contenibile ...
    ... di farlo mio.
    
    Sfilato l’unico bottone dall'asola faticai a sfilare il pantaloncino, per quel corpo duro e teso, tanto che dovetti usare le mani per trattenerlo mentre Andrea provvedette a farlo passare oltre.
    
    Un totem, così mi ricordo quel palo di carne che mi si presentò davanti agli occhi. Un totem, lungo e largo, con delle vene ben pronunciate, la cappella ancora avvolta dalla pelle, un fremito mi percorse lungo tutta la spiane dorsale.
    
    Era bollente, scoprii la cappella che si presentò subito con una piccola goccia di preecum. Sorrisi anche per mascherare un brivido di preoccupazione nel dover affrontare un cazzo tanto grosso.
    
    La mia famelica lingua andò a raccogliere quella singola goccia che risultò dolciastra, poi non soddisfatta passai ad inumidire pian piano tutta la cappella, quella grossa cappella che pian piano feci entrare, e non senza fatica nella mi bocca.
    
    Mi sentii piena e ciò mi conferì un senso di appagamento, che mai nessun ragazzo era riuscito a darmi. Quel cazzo che mi stava allargando le fauci tanto da iniziarmi a far dolere l’articolazione della mandibola mentre proseguivo nel mio pompino.
    
    Era magnifico sentirlo pulsare dentro di me, segno del piacere che gli stavo procurando. Era faticoso e ogni tanto dovevo, se pur controvoglia, estrarlo per riprendere fiato.
    
    In una di queste circostanze indietreggiò e mi sentii quasi ferita come una bambina a cui era appena stato tolto il gelato preferito.
    
    Indietreggiò ma capii dal suo sguardo ...