1. La trasformazione di Jennifer – Cap.7


    Data: 19/05/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: me1268, Fonte: RaccontiMilu

    ... scarpa alla guancia e la povera Jennifer cominciò a leccare la suola delle scarpe. Leccò entrambe. Il seno era penzoloni, oscenamente appoggiato al pavimento. Con movimento rapido diede un calcetto con la punta della scarpa al seno destro. Questo si mosse e la poverina mugolò per il dolore ma non si mosse.
    
    –Bene mi sembra che tu abbia fatto un buon lavoro, come con Carla.
    
    Carla quindi era la schiava di Amilcare? E lei era amica di Carla, che non le aveva mai detto nulla. O mio dio sono finita.
    
    –Quanto vuoi per questa?
    
    –Mah non sono convinto di volerla vendere
    
    –Dai su ti do 200.000 € più Carla
    
    –No, facciamo in un altro modo
    
    –Dimmi
    
    –Lei rimane mia, tu mi dai un aumento di stipendio a 10.000 al mese, e lei a 4.000 al mese. La potrai usare quando vorrai e la useremo anche per quei clienti un po’ particolari che abbiamo. Che ne pensi?
    
    –Uhm può essere una idea. Così mi tengo Carla che è una brava cagnolina
    
    –Ok, affare fatto. Però aggiungerei una percentuale per quei clienti che recuperiamo grazie a lei. Il 10% del fatturato a me, e il 5 a lei.
    
    Il suo padrone la stava usando come una prostituta. La vendeva a dei clienti facendola però guadagnare. Perché? Qual’era il suo scopo?
    
    –Va bene Marco, ci sto. Sei sempre esoso, ma hai merce di prim’ordine. Adesso però voglio vendicarmi di tutti suoi sguardi schifati nei miei confronti.
    
    –Divertiti, Amilcare.
    
    Amilcare tirò fuori dalla sua borsa i suoi attrezzi. Aveva delle pinzette per i capezzoli ...
    ... particolari, collegate una catena che si fissava al collo, e poteva essere accorciata. Disse a Jennifer di mettersi in ginocchio davanti a lui. Le mise questo collare, e senza alcuna pietà strinse le pinzette ai capezzoli. Tirò in modo professionale per vedere che non si staccassero. Poi collegò la catena al collare e tirò fino a quando le tette non furono completamente sollevate. Le disse di tenere le mani intrecciate dietro la schiena. Guardò il lavoro e ne fu entusiasta. Guardò Marco, il quale fece un cenno di assenso. Tornò a sedersi e ricominciò a parlare con Marco.
    
    Jennifer era lì davanti a loro, in ginocchio con il seno che le faceva un male cane. Anche le ginocchia erano ormai provate. Ma Amilcare nulla, non la guardava, la lasciava lì in ginocchio. Non capiva cosa facesse. Intanto i due stavano discutendo come usarla con i clienti, e come spartirsi le sue prestazioni. Avevano deciso di provarla su un cliente russo. Sapevano che aveva gusti sofisticati. Ma sapevano anche che le sue compagne dovevano essere molto sottomesse, per cui Jennifer poteva essere un buon prodotto. Parlavano di lei come se fosse assente, o come se fosse un oggetto inanimato. La facevano sentire una cosa. E forse lo era diventata.
    
    Mentre pensava a quelle cose, Amilcare tirò fuori un frustino di legno e cuoio, di quelli che si usano per i cavalli. Sembrava particolarmente duro. Lo piegò un po’ per saggiarne la flessibilità. Poi girò intorno silenziosamente a Jennifer e quando le fu dietro, ...