1. La trasformazione di Jennifer – Cap.7


    Data: 19/05/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: me1268, Fonte: RaccontiMilu

    <!-- [if gte mso 9]>-->
    
    <!-- [if gte mso 9]>-->
    
    Jennifer si svegliò, era rannicchiata nella sua cuccia. Era ancora stanca e dolorante. Silenziosamente andò in bagno, si lavò e poi preparò la colazione. Aspettò l’ora giusta e andò dal suo padrone e come il giorno prima lo svegliò con un dolcissimo pompino. Marco si svegliò e poi le venne in bocca, silenziosamente e abbondantemente. Jennifer inghiottì tutto. Andarono in bagno, e lei bevve il liquido giallo che abbondantemente Marco le propinò. Poi si svuotò le viscere e si fece ripulire. Aspettò che la povera Jennifer si fosse ripulita e andarono in cucina. Fece colazione, pezzi di pane e miele furono buttati sul pavimento dove avidamente Jennifer mangiò.
    
    Alle 10 erano in salotto, Jennifer in posizione e Marco sul divano. Marco aspettava l’ospite impaziente. Suonò il campanello e andò ad aprire.
    
    –Ciao Amilcare
    
    –Ciao Marco
    
    Jennifer sobbalzò. Era il loro capo. Non poteva vederla così.
    
    –Son curioso di conoscere la tua nuova schiava
    
    –Andiamo di là
    
    Arrivati in salotto, Amilcare osservò la cagna in posizione. Guardò Marco. Rise e disse:
    
    –Jennifer? Ma questo è un regalo meraviglioso. E’ un anno che voglio le sue tette
    
    –Ora le potrai avere
    
    –Chissà se resisterà
    
    –Resisterà, è brava e docile
    
    –Chi? Jennifer? Sono curioso
    
    –Prova
    
    Si sedettero sul divano. Amilcare era un uomo sulla sessantina, brizzolato, magro e in forma. Tutti sapevano che era un uomo algido, superiore e forse anche un po’ ...
    ... cattivo. Sul lavoro non faceva passare nulla a nessuno. In realtà Marco sapeva che era un uomo estremamente sadico. Il suo piacere era infliggere il dolore. La parte del corpo che preferiva era il seno. Su quello concentrava i suoi sforzi per provocare dolore. Era metodico e Marco gli aveva visto una volta colpire la povera Carla per cinquanta volte lo stesso punto del seno. Carla era la schiava di Amilcare. L’aveva comprata da Marco. Era una ragazza carina, bel corpo, seno prorompente, una quarta abbondante. Ad Amilcare piacque molto per quello. Il viso era carino, seppur avesse un naso un po’ aquilino. Le labbra erano carnose e Amilcare le usava spesso per il suo secondo piacere. Il pompino. Carla tornava nella loro casa sempre prima di lui. Rassettava casa, preparava la cena e preparava se stessa al ritorno di lui. Lo accoglieva con una gonna e il seno nudo. Metteva le pinzette da sola e lo aspettava. Quando lui arrivava se la giornata era stata positiva prendeva solo 50 vergate sul seno, e poi poteva fargli il pompino. Se no erano 100 o più, fino a quando non avesse sfogato la rabbia e si fosse stancato. Quella era la vita della povera Carla. Che però ormai provava piacere quando il suo padrone, dopo le 50 frustate godeva dentro la sua bocca. E poi una volta al mese vedeva anche Marco. Questo era il contratto tra i due.
    
    Amilcare si alzò, si avvicinò al viso di Jennifer con le sue belle scarpe di pelle nera e lucida. La guardò e le disse: leccami la suola. Appoggiò la ...
«1234»