1. Gioco doppio (parte 6)


    Data: 15/01/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Kugher, Fonte: EroticiRacconti

    I coniugi sapevano ciò che facevano e conoscevano l’impatto di una situazione così forte, buttata addosso alla ragazza immobilizzata, come se fosse investita da un treno che, però, la lasciava viva seppur continuamente investita, senza sosta.
    
    I colpi e gli insulti avevano lo scopo di abbattere le sue difese e farle capire la sua nuova situazione prima che avesse tempo e modo di riprendersi mentalmente, fiaccondole il corpo per fiaccare la mente.
    
    Anna smise di frustarla quando il pianto divenne ininterrotto, tale da trasmettere la frustrazione e l’impotenza, un pianto nervoso più che di dolore.
    
    “Stai ferma, piuttana”.
    
    Anna si risiedette e le rimise nuovamente il piede in bocca, quale prova della sua superiorità e della sottomissione della ragazza.
    
    Le diedero modo di riprendersi ma sempre con quel piede in bocca, in modo che le fosse chiara la situazione.
    
    Luisa, lentamente, divenne passiva ed il pianto si placò.
    
    Non accennò a sottrarsi da quel piede che, anzi, accettò, avendo capito che l’ubbidienza l’avrebbe portata all’assenza del dolore.
    
    Questa resa ebbe però il risultato di eccitare i coniugi, le cui reciproche carezze aumentarono di intensità e qualità.
    
    Il cazzo di Franco era durissimo. Anna si alzò e salì coi piedi sopra il corpo dolorante di Luisa la quale manifestò sofferenza ma non reazione, subendo passivamente, fiaccata dal dolore e dagli insulti.
    
    Franco sopò la moglie che usava quale tappeto la bella ragazza rapita, fino a goderle ...
    ... dentro.
    
    Anna si abbassò sul viso di Luisa per farsi pulire.
    
    Trovando resistenza, prese a torcerle i capezzoli fino a farla urlare e contorcersi.
    
    “Ubbidisci, stupida vacca”.
    
    Timidamente Luisa iniziò il suo umiliante lavoro che, ancora, eccitò Anna la quale pretese che continuasse fino a farla godere.
    
    I due coniugi lasciarono la ragazza stesa a terra, ancora incatenata, mentre preparavano la cena che consumarono ignorandola.
    
    Luisa accennò a qualche domanda ma ricevette solo silenzio.
    
    Volevano che l'assenza di informazioni e di certezze (siano esse positive o negative) la fiaccassero ulteriormente.
    
    Non era la prima volta che rapivano ragazze.
    
    Quello era il loro business. Rapire giovani, per poi venderle a uomini o donne facoltosi che volevano possedere schiave.
    
    Marco era un loro cliente. Aveva già acquistato da loro una schiava che aveva tenuto per circa due anni e poi, stufo, aveva a sua volta rivenduto ad un suo amico.
    
    Franco ed Anna lavoravano su commissione, avendo una cerchia ristretta di clienti, sempre soddisfatti del loro lavoro.
    
    Consegnavano non solo belle ragazze, ma il più delle volte già domate.
    
    Mentre Luisa, ancora stesa a terra e tramortita dagli eventi, non sentiva, attraverso un telefono non riconducibile a loro, chiamarono Marco, su una linea protetta.
    
    “Abbiamo il regalo. Il tempo di prepararlo ed impacchettarlo".
    
    “Va bene, ci vediamo al posto concordato”.
    
    Gettarono il telefono in mare. Anche Marco distrusse il ...
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