Conoscenza diretta.
Data: 08/06/2021,
Categorie:
Lesbo
Autore: Margie, Fonte: EroticiRacconti
Il treno finalmente rallenta. Apro la porta della toilette, entro e mi cambio. Mi guardo allo specchio: poco trucco, rossetto rosso scuro, abbronzata. Un viso normale, insomma. Non proprio normale invece è la microgonna con cui ho sostituito i jeans che ho riposto nello zainetto. No, non sono con le tette al vento, ma peggio. Ho le tette quasi al vento, oltre ai capezzoli tesi si notano distinti i loro piercing. Una prostituta per strada è meno sconcia di me, ma io non devo procurarmi clienti, debbo incontrarmi con lei. Una prostituta per strada un perizoma, almeno, lo indossa. Io sono così, senza: per lei, ora. Eccitata. Bollente. Scoppiata di voglia. Tesa per la curiosità.
Le mie poesie, i primi contatti, messaggi, mail, vocali... Eccitazioni successive, masturbazioni contemporanee; un appuntamento. Ci siamo descritte, ma non viste in faccia. Non c'è mai stata una videochiamata. La riconoscerei per la passera e i suoi peli curati, per le tette, ma non per il viso. Neppure lei, che tanto ha capito e sa di me, conosce il mio volto fisico. Sì, dettagli anatomici, piercing... li ha visti in cento modi, ma il volto no: chissà perché, di comune accordo ma senza dircelo, non è mai è stato rivelato. Ci riconosceremo dai vestiti: lei, in tailleur grigio, da professionista con la gonna a metà coscia, io vestita da puttana: quello che lei è, quello che io sarò con lei. Esco dal cubicolo. Due persone davanti a me aspettano che la porta si apra. Non mi vedono, non mi guardano ...
... neanche. Per fortuna. Non mi vergognerei, no; mi ecciterei ancora di più. I sandali in mano, scalza per evitare cadute dagli scalini, esco dalla carrozza. Un signore brizzolato mi scruta. Afferma che sia un peccato che io stia scendendo, mentre galantemente mi aiuta. Un altro lo guarda con biasimo. Vuoi usarmi? Sono pronta, anzi bisognosa. Intanto m'allontano con un “grazie” che profuma più d'invito che di riconoscenza. Non sono riuscita a trattenermi. Calzo i sandali alti. Sono ultra eccitata. Mi dirigo verso le scale: lei mi aspetta nella biglietteria. Mentre cammino veloce comincio a bruciare. Sembra che tutti stiano tentando di sciogliere un po' i muscoli del collo, vedendo le teste degli uomini girarsi più o meno sfacciatamente per guardarmi. C'è parecchio da vedere. Se ci fosse qualcosa di visibile in più, la polizia troverebbe che non sia proprio il caso, per nulla. Così invece mi direbbero che non sarebbe il caso, che sarebbe pericoloso, che... i miei pensieri procedono come una bicicletta su un acciottolato sconnesso. Si gira anche qualche donna. Biasimo o attrazione? Non m'importa: sono qui per lei, non per loro. Sono fradicia, fra le gambe, e non la vedo. Mi sento inutilmente fradicia. Eccola! Tailleur grigio scuro, elegante, seria... accelero il passo sui tacchi alti. Mi avvicino sorridendo. Lei mi guarda interrogativa, mi respinge. Crollo. Tutta questa preparazione per umiliarmi così? La sua voce, tanto diversa da quella dei messaggi vocali, il suo accento marcatamente ...