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Lussuria
Data: 05/06/2021, Categorie: Trans Autore: lisaslut, Fonte: Annunci69
... sentivo che si sforzava di durare il più a lungo possibile e per questo ogni tanto rallentava il ritmo. Mi fece girare a pancia in su e appoggiandosi le mie gambe sulle spalle riprese a incularmi mentre nel contempo cercava timidamente di baciarmi, cosa che normalmente le prostitute non fanno. Io invece presa dalla passione accolsi la sua bocca. Il ritmo lento e passionale della sua penetrazione si alzò fino ad essere quasi rabbioso. Urlai senza ritegno gustandomi quel delizioso cazzone. Sentivo che stava per venire e in quel momento nonostante i pericoli desideravo talmente tanto di sentire il suo seme che gli afferrai il cazzo tolsi il preservativo e lo misi in bocca appena in tempo per farmela riempire di sperma caldo. Il suo orgasmo fu accompagnato da gemiti animaleschi che mi fecero sentire una vera professionista. Dopo una breve pausa mi accarezzò il viso, mi diede i duecento euro e mi disse che era tanto che non godeva in quel modo. La sua sincerità mi fece tenerezza, mi abbassai e di mia iniziativa gli ripulii il cazzo con la lingua poi aprii la porta e ringraziandolo uscii dall’auto. Tornai all’auto di Hamed camminando lentamente. Il rumore dei tacchi risuonavano sull’asfalto. Mi sentivo una regina, una regina di cazzi. Nel giro di due giorni si erano avverate tutte le mie fantasie più perverse e mi ero trasformata da ragazzino tonto nella femmina vogliosa, delicata e totalmente sottomessa che sempre mi ero sentita. Camminavo sculettando ...
... ostentatamente e nonostante il dolore al culo sentivo che più andavo avanti e più perdevo la connessione con la mia vecchia personalità trasformandomi in una ninfomane senza cervello inesauribilmente affamata di cazzo. Mi affacciai al finestrino dove Hamed e il suo amico mi aspettavano piegandomi a novanta. “Quanto ti ha dato ?” chiese “200” risposi sorridendo facendoglieli vedere. Lui li prese e mi disse di risalire in macchina. La macchina partì, per tutto il tragitto guardai fuori dal finestrino inebetita. Inaspettatamente mi accorsi che stavamo tornando al suo appartamento. Quando entrammo il posto era pieno di gente seduta intorno ad un tavolo allestito per una partita di poker. Mi incaricarono di servire da bere vestita con un abito da coniglietta. Calze a rete, tacchi altissimi ed un corpetto sgambatissimo che lasciava praticamente tutto esposto il culo ricoperto solamente dalle calze a rete e un minuscolo tanga. Una piccola coda faceva capolino appena sopra il sedere e sulla mia testa c’erano delle lunghe orecchie. Al collo un cinturino ricamato e nero si collegava ad un guinzaglio simbolo della mia totale passività e che ognuno di loro poteva controllare. Ero una piccola creatura minuta, passiva, giovanissima ed effemminata in mezzo a uomini grandi, grossi, volgari e dominanti, una piccola pecorella in mezzo ad un branco di lupi affamati. Una parte di me continuava ad avere paura ma la cosa che più di tutte mi faceva sentire fuori di me era il ...