Linda la nerd – Capitolo 22
Data: 22/05/2021,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Racconti Erotici,
Etero
Autore: I racconti di William, Fonte: RaccontiMilu
... parabrezza la campagna attorno a loro. Di colpo, la macchina non le sembrò così scomoda e ciò che li circondava le apparve come un luogo remoto in mezzo al nulla, disperso in una pianura russa con le civiltà a centinaia di chilometri di distanza. Se Mauro l’avesse picchiata a morte nessuno avrebbe sentito le sue grida, e il suo cadavere abusato sarebbe stato ritrovato anni dopo, un mucchio di ossa sbiancate dal tempo sotterrate nella terra del bosco lì vicino. Francesca pensò che la sua fantasia stesse correndo un po’ troppo, rendendosi conto che erano forse a venti minuti a piedi dal bar Griso, e, comunque insicura, scese dall’auto. Venne accolta da un’aria frizzante e gli unici suoni che le giunsero alle orecchie furono il canto degli uccelli, nascosti nelle frasche degli alberi che contornavano lo spiazzo di ghiaia. Si avvicinò a Mauro passando davanti alla macchina. – Hai scelto un gran bel posto per un picnic. – disse, cercando di usare dell’ironia per nascondere il suo nervosismo. – O per fottere. Ma in entrambi i casi, preferirei sdraiarmi sopra un plaid. Mauro rise. – Ma non serve che ti sdrai, bella figa. Le sopracciglia della ragazza si sollevarono mostrando la curiosità che quelle parole avevano prodotto. – Mi hanno detto – continuò l’uomo, – che hai fatto una bella gara, e che sei brava a fare i soffocotti. – Si slacciò il bottone dei jeans e abbassò la zip. Un attimo dopo aveva in mano il suo cazzo sovradimensionato, la cappella rossa minuscola rispetto ...
... all’asta. Una goccia di precoito scivolava fuori dal meato, luccicando al sole. – Questa volta voglio che mi dai la tua bocca come hai fatto con Daniele. Francesca lo osservò con profondo disgusto, la figa che già le doleva al ricordo di quanto era accaduto l’ultima volta che quel cazzo era scomparso nel suo corpo. Sentì la necessità di fuggire crescere in lei come quel mostro cresceva nella mano di Mauro. Questa volta lo voleva nella sua bocca… cazzo, che schifo. E magari lo stronzo avrebbe preteso pure che si bevesse la sua sborra… Un angolo della sua bocca si abbassò all’idea, ma cercò di consolarsi pensando che, almeno, non lo voleva nel suo culo. Forse poteva considerarsi fortunata, dopotutto. Mauro le lanciò uno sguardo pieno di impazienza e questo le fece comprendere che non poteva più tentennare, temendo il suo cazzo e la sua rabbia ben più del suo cazzo e basta. Meglio prenderlo in bocca così che con le ossa rotte. – D’accordo. – disse con un filo di voce. Si avvicinò a lui e si sedette sui calcagni davanti al cazzone e al suo pene. Se prima era sembrato grande, da quella visuale appariva mostruosamente esagerato: alla ragazza vennero in mente quelle foto di pornostar che, per mostrare le dimensioni del cazzo gigante che stavano per fottere, vi avvicinavano l’avambraccio. Nel suo caso sarebbe servita anche la lunghezza della sua mano, constatò mentalmente, e la cosa non la rassicurò affatto. Lo afferrò, accorgendosi per la prima volta quanto fossero piccole le sue mani. E ...