1. L’afa d’estate


    Data: 17/05/2021, Categorie: Racconti Erotici, Etero Autore: Stockhausen, Fonte: RaccontiMilu

    Un giorno di luglio, afoso e il cielo coperto dalle nuvole; seduta al tavolo di un bar, sotto l’ombrellone. I soliti occhiali da sole con le lenti scure, i capelli legati a coda di cavallo, un vestito leggero e i sandali con la zeppa.
    
    Goccioline di sudore che scendono dietro l’orecchio giù sul collo. Non ne posso piu’, ho bisogno di rinfrescarmi.
    
    Il cameriere si avvicina, non mi guarda in faccia i suoi occhi sono sulla mia scollatura, anche se non molto profonda dal suo punto di vista il panorama deve essere comunque piacevole.
    
    Ordino un the alla pesca ghiacciato e spero che mi aiuti a sopportare il caldo.
    
    Al tavolo davanti a me un uomo si siede, lo guardo tanto ho le lenti scure non si dovrebbe accorgere della mia insistenza, mi cattura il suo sguardo… lo sento su di me.
    
    Non è bello ma ha un fascino particolare; occhi scuri profondi, la barda di un paio di giorni, labbra carnose ma non troppo, mani curate con le dita lunghe… mani forti.
    
    Le maniche della camicia arrotolate lasciano scoperti i tatuaggi.
    
    Non riesco a distogliere lo sguardo.
    
    Il cameriere mi porta da bere finalmente! Stavo sentendo ancora più caldo, il vestito mi soffoca nonostante sia leggero. Sotto lo sguardo dell’uomo sorseggio il mio the, mi muovo sulla sedia. Che effetto mi fanno quegli occhi!
    
    Lui accenna un sorriso con l’angolo della bocca, pare che sappia tutto quello che mi passa per la testa, tutte le sensazioni. Mi mette a disagio ma non riesco a non pensarci, non riesco a ...
    ... fare finta di niente. E’ come se il mio corpo lo riconoscesse.
    
    Giocherella con un accendino. Quelle dita… chissà che sensazione sarebbe sentirle… scuoto la testa per far andare via quei pensieri, non mi è mai capitata una cosa del genere. Sento tra le gambe una smania… ma possibile che desideri così tanto uno sconosciuto? Non sono di certo il tipo…. O almeno non credevo di esserlo, solitamente mi ci vuole un po’ per provare certe pulsioni.
    
    I suoi occhi, come se mi parlassero, scendono dal viso al mio seno e lo sento gonfiarsi sotto il suo sguardo; scendono ancora più giù, sotto il tavolo, sulle mie gambe. Come se fosse un comando silenzioso le mie ginocchia si staccano, le gambe si allargano piano piano. I suoi occhi sono fermi li, prepotenti. Il vestito è lungo ma abbottonato sul davanti, allargo le gambe e i lembi del vestito si aprono, di lato non si vede niente ma dalla sua posizione si vede tutto!
    
    Le mutandine bianche, di pizzo, sono rese trasparenti dall’umido che sento aumentare, riesco anche a percepire l’odore della mia eccitazione.
    
    Lo vedo, si lecca le labbra. Prende una penna, un tovagliolino di carta, scrive qualcosa.
    
    Si alza, mi passa vicino e lascia cadere il tovagliolo sulle mie gambe in modo che lo possa leggere senza toccarlo… SEGUIMI.
    
    Pago e mi alzo, prendo la borsa e lo cerco con gli occhi. E’ dall’altro lato della piazza, entra in un portone che lascia socchiuso. Lo seguo… arrivo al portone, non c’e’ scritto niente. Entro nell’oscurità ...
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