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Eravamo 4 amici al bar/ 2 - laura
Data: 12/05/2021, Categorie: Tradimenti Autore: Honeymark, Fonte: Annunci69
Controllai nell’agenda e in effetti quella sera toccava proprio a me portare Laura alla cena di beneficienza. Era una tradizione. Lei era sponsor della manifestazione, mentre ad accompagnarla era, a turno, uno di noi. Un debito morale. Lucia pensava che io avrei potuto capire qualcosa di più su di lei, solo perché potevamo chiacchierare un po’ da soli in auto. Però l’avevo accompagnata altre volte e avevamo scambiato solo due parole. All’andata poi era un po’ più guardinga del solito, nervosa, impaziente. - Tutto bene Laura? – Le avevo chiesto dopo i primi dieci minuti di automobile. Non rispose e non insistei. - Volevo chiederti una cosa... – Disse più tardi. La guardai. Era come sempre ben truccata, ben vestita, elegantissima. Perfetta. E fredda da morire. - Dimmi tutto, – le risposi amichevolmente. Attese ancora un po’. Poi iniziò. - Volevo chiederti qualcosa in merito ai tuoi racconti. I tuoi sudici racconti erotici. - Ah... Cominciamo bene. Adesso mi feci guardingo io. - Sono storie vere o le hai inventate? - Beh, non basta la fantasia per scrivere quei racconti erotici, – risposi, senza capire dove voleva arrivare. – Le cose non te le puoi inventare se non le hai fatte. Sono storie veramente accadute, solo che le ho romanzate per renderle scorrevoli e soprattutto credibili. Con capo e coda. - Credibili? – Ripeté. – Se sono storie vere c’è poco da romanzare. No? - No, la realtà è molto meno credibile della fantasia. – Le ...
... spiegai. – Ti riferisci a qualche racconto in particolare? Chi legge i miei romanzi può trovarli ripugnanti, indifferenti, intriganti, eccitanti. Può masturbarsi o può sperimentare... Ma l’importante è che riconoscano le proprie sensazioni mentre li leggono, così possono capire meglio quali siano le proprie tendenze. Molti lettori e molte lettrici hanno riconosciuto grazie a me la piccola perversione naturale che albergava nel loro subconscio. Funziona meglio di una seduta dallo psicoanalista. Però c’era un fattore fondamentale che aiutava i miei lettori a essere sinceri: io non c’ero; non mi vedevano, non sapevano chi fossi. Quello era anonimato vero. I miei amici invece sapevano che l’autore ero io. Mi domandai se avevo fatto una piccola breccia. Forse mi catalogava come pervertito e basta. Sempre che avesse avuto voglia di parlarmene, ovviamente, cosa che ritenevo difficile. Dipendeva da lei. - Accadevano davvero le cose che hai descritto nel racconto «Matricole»? Davvero sottoponevate le matricole a quelle vergognose vessazioni sessuali? Forse facevo bene a dirle di no, ma non stava nella mia natura. - Sì, – risposi. – Ma oggi non si fanno più. Oggi è il laureato o la laureata che viene sottoposto a pratiche del genere alla festa di laurea con gli amici. E solo da parte dei colleghi e delle colleghe invitate alla festa. - Eravate dei bastardi! - Ma no, dai! – Mi difesi. – Erano sostanzialmente tutti consenzienti... Non parlammo più fino a cerimonia e ...