Nausicaa
Data: 08/05/2021,
Categorie:
Lirica erotica,
Lesbo
Sensazioni
Autore: Adele, Fonte: RaccontiMilu
La spianata erbosa degrada dolcemente verso lo stagno di acqua cristallina. Un rigagnolo dalla sponda opposta riversa la sua freschezza nello specchio trasparente, la cui superficie brilla sotto ai raggi delicati di un sole che sta compiendo il suo percorso attraverso il cielo. Con le dita strofino piano la grossa tovaglia di lino su cui sono sdraiata, un po’ più in là ci sono i suoi vestiti, ammucchiati sopra all’erba, vicino al grosso cestino di vimini, all’interno del quale, la governante ha ricoverato le cibarie, che più tardi saranno la nostra cena. In questa breve estate, in cui l’oscurità del tutto non si paventa, vogliamo approfittare,di questi pochi giorni sono che per noi la rivalsa sul lungo inverno, quando saremo costrette a restare rinchiuse nelle grandi stanze alla luce delle candele dei grossi lampadari, che i domestici si premurano tenere sempre accese. Osservo le due custodie, che celano al loro interno i nostri strumenti musicali, la mia viola, e il violoncello di Nausicaa. Più tardi dopo aver cenato, proveremo un po’ della partitura di quello che sarà il nostro concerto nella festa dell’ estate di quest’anno, il quartetto d’archi opera 56 di Jean Sibelius. Siamo in attesa che da Turku, ci raggiungano le nostre cugine, entrambe violiniste nell’orchestra filarmonica nazionale, per completare il quartetto. Prima di sposare Kalle, e di avere le due bambine, ero prima viola, a quel tempo vivevamo ancora ad Helsinky, io e Nausicaa eravamo un universo solo. Per ...
... lei il violoncello è sempre stato un passatempo, dopo aver imparato a leggere la musica e qualche mese di solfeggio, mi disse che il maestro da cui andava la annoiava, e tutto quello che ora conosce lo ha fatto da autodidatta. Osservo la linea più scura che il contorno delle betulle disegnano sulla superficie dello stagno, alcune cinciallegre volano radenti, poi si posano su di un ramo quasi a pelo d’acqua e bevono, danno rapidi colpetti con il becco, attente a tutto quello che di pericoloso le potrebbe assalire. Improvvise volano via, e Nausicaa appare tra le betulle, entra nello stagno e lo attraversa con l’acqua che lentamente le bagna, prima le caviglie, e poi su fino alle ginocchia. Si slega il nastrino che tiene il fondo delle candide mutande di lino, e le arrotola fino in cima alle lunghe cosce magre. Mi grida….“è freddissima”. Poi il fondo degrada di nuovo, e con quattro salti riguadagna la riva. Si siede vicino a me sulla tovaglia, e si friziona le gambe e le cosce, la sua pelle è bianca come il latte, liscia, e lucente, quasi si confonde con il candore del suo corpetto. Osservo la sua testina nera, i capelli che tiene legati in una crocchia, gli occhi che sembrano due pezzetti di carbone, mi sorride e compaiono due file di denti bianchi. “sono stata fino al limitare del bosco”. E mi mostra un piede mezzo graffiato. “ho attraversato un cespuglio di rovi”. Ha questa vitalità dirompente che non riesce a tenere a freno, anche quando eravamo piccole, era sempre lei a ...