1. Brividi da strap-on


    Data: 01/05/2021, Categorie: Erotici Racconti, Sesso di Gruppo Dominazione / BDSM Gay / Bisex Autore: Bollentispiriti, Fonte: RaccontiMilu

    Ero in uno stato di abulia. Mi astenevo dal giocare col mio cazzo da una settimana e non mi eccitavano le fantasie erotiche che di solito affollavano il mio cervello in quanto mi sentivo frustrato dalla consapevolezza di non poterle condividere con i partners che ambivo a coinvolgere nei miei giochi.
    
    Abituato a penetrarmi con le dita o con vari oggetti di forma conica, da un paio di giorni non mi toccavo nemmeno più il buchetto. Non ne avevo voglia, mentre sospiravo, illanguidendomi nell’impossibilità di avere un’esperienza con una coppia in cui entrambi fossero bisessuali. L’idea mi stava ossessionando da parecchio, aggredendomi e prostrandomi in ogni ora del giorno e della notte.
    
    Così, continuavo a consultare internet. Era diventata una fissazione. Contattai febbrilmente diverse coppie su numerosi siti di incontri, ma inutilmente. Andando avanti nella ricerca mi spinsi a prendere in considerazione le “offerte” fuori dalla mia città. Avrei viaggiato fino in capo al mondo pur di raggiungere il mio scopo. Ma sempre nulla.
    
    Un tuffo al cuore! Una sera mi arriva un messaggio più o meno attendibile. Coppia sui 45 anni si dichiara interessata a conoscermi. Bisex entrambi, lei usa indossare strap-on per sottomettere il suo lui. Disponibile a sodomizzare anche me “en travesti”. Distanza: relativamente vicini; ai margini della città.
    
    Col batticuore mi affretto a combinare l’incontro per il giorno dopo. Lascio il numero del mio cellulare; mi forniscono il loro. All’orario ...
    ... prestabilito mi reco all’indirizzo. È una zona fuori città. Muri di cinta antichi e altissimi verticalizzano il panorama. Ville isolate si intravedono attraverso la fitta vegetazione; all’interno: cancelli sbarrati, in fondo a viali ombrosi.
    
    Nel messaggio, forse per prudenza, non è indicato il civico che mi sarà comunicato solo sul posto. Da lì, richiamo al cellulare per maggiori delucidazioni. L’uomo che risponde mi chiede cosa vedo da dove sono. Spiego che sono davanti al civico numero 5 e descrivo il panorama: muro di cinta alto calcinato bianco, alberi di pini, edicola votiva. Solo allora mi fornisce il numero civico. Il cuore, in gola, galoppa all’impazzata.
    
    C’è anche un altro motivo per cui l’eccitazione mi pervade: è la prima volta che mi travesto fuori dalla mia abitazione e non conosco la reazione che potranno avere i miei ospiti. Piacerò o sarà un fallimento? Non potrei sopportarlo, tuttavia vado avanti. Si balla, signori! Dalle foto, ben visibili sull’annuncio, i miei ospiti sembrano persone affidabili, ma solo l’incontro faccia a faccia mi potrà confermare quell’impressione? Parcheggio e, a piedi, mi dirigo al cancello.
    
    Suono il campanello della villa. Attimi di silenzio. Solo il canto di un uccello mi conforta, distraendomi dai miei timori. La telecamera montata alla sommità della cancellata ha un breve movimento circospetto. Poi, più in basso, all’altezza dei miei occhi, il citofono si illumina. Nessuna voce. Pronuncio il nome concordato la sera prima. ...
«1234...»