Matilde 04-10 - la gara di masturbazione - 1
Data: 16/04/2021,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Alex46, Fonte: Annunci69
... fare uno di voi: siete stati così carini a guardarmi...
Per quel che mi riguarda, io mi ero trasformata nella classica figa fatale. Recuperate le scarpe nere a zeppa, quelle che indosso solo in privato a causa dei 15 centimetri di tacco e dell’oggettiva impossibilità di camminare, avevo rispolverato un corpetto di pelle nera (anche questo comprato per gioco) munito di due lacci sul seno: se alzo le braccia mi si scopre subito l’ombelico e in più entro subito in azione con questo indumento già abbassato come a sorreggere le tette. Sembro una modella nordica, perché questo bustino nero mi fa davvero statuaria.
Inizio le evoluzioni spalancando le tendine della finestra e pretendendo di guardare fuori nella mia mise veramente scandalosa. Il tanga nero mi divide in due un culo che è bello soprattutto perché è alto, l’orgoglio finale delle mie gambe. Guardo fuori in posa, allargo le gambe piantate su questi tacchi che trasmettono la loro vertigine all’osservatore ma pure a me che sono la prima usufruttuaria di questo godimento estetico.
- Io vorrei che voi guardaste il mio culo. Non è perfetto? – chiedo. E, senza aspettare risposta alcuna – Sì, è perfetto, sembra disegnato da un grafico bravissimo. Io so che voi ora mi state guardando il solco che questa sottile striscia di stoffa sta ancora coprendo. Vi assicuro ancora per poco, perché mi sto eccitando. La mia bellezza non è qualcosa che si può stare a guardare come un oggetto immobile. La mia bellezza si trasforma, sia ...
... pur seguendo i binari dell’eccitazione. Con me, tra poco, la perfezione si trasforma in azione...
E mentre dico queste cose impegnative allargo sempre di più le gambe, imprimendo al mio corpo un’assurda spinta verso l’alto.
- Mi sento così, proiettata in alto, mi devo inconsciamente trattenere appoggiandomi con le mani ai vetri. Di altamente erotico ci sono le caviglie che devono appoggiare sulle scarpe ma, come vedete, devono anche piegarsi per sottostare alla posizione obliqua delle gambe. E questo sforzo è la traduzione della piacevole fatica che una donna fa per insinuare nella mente degli spettatori il desiderio che lei stessa prova per se stessa. Sì – dico poi voltandomi a braccia aperte, il seno fuori, ombelico e pancia esposte, il tanga ancora al suo posto – sì, io mi masturbo perché mi piaccio, perché sono la prima vittima sessuale di me stessa.
E mentre dico queste cose un po’ seriose, ma in grande contrasto erotico con il mio modo di pormi, scosto il tanga con le dita di una mano a rivelare la bellezza finora nascosta. Mi soffermo qualche secondo, guardandomi, cercando con piccoli movimenti di far muovere questa cosa viva che sta urlando di darle tutta l’attenzione.
Quindi vado al muro, mi accovaccio appoggiando la schiena alla parete e le braccia tese sul pavimento e scosciandomi il più possibile. Il tanga si scosta addirittura senza neanche più toccarlo. Per un po’ l’offerta si manifesta così, poi mi sdraio, poi comincio a toccarmi invocando aria con ...