Quell'estate del 1976
Data: 15/04/2021,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: Sir Wilfred, Fonte: EroticiRacconti
L'estate del 1976 sarebbe stata la nona estate che avremmo trascorso nel nostro appartamento estivo di ***, ridente località balneare delle Marche.
Nostra vicina di pianerottolo era una giovane famigliola composta dal Signor Gino, aitante insegnante di educazione fisica, dalla moglie, la Signora Dina, insegnate elementare precaria e dalla loro figlioletta Valentina, una bambina sempre allegra.
Sin dal primo anno, mia madre e la Signora Dina erano diventate molto amiche e quest'ultima, interessandosi dei miei progressi scolastici e di crescita, si era rivelata un ottima mamma di complemento.
Non appena giunti a destinazione, mia madre aveva subito messo al corrente la Signora Dina dei miei trionfi all'esame di terza media e dei miei progressi, diremo così, fisiologici. Fu quando disse che erano iniziate le polluzioni notturne che vidi, negli occhi della Signora Dina uno sguardo nuovo e strano che al momento no decifrai ma che oggi interpreto, senza tema di smentita, come lo sguardo di una cacciatrice che aveva visto in me una possibile preda.
Cominciò la lunga teoria dei pigri giorni d'estate; fu verso la seconda decade li luglio che la Signora Dina lanciò un primo segnale. Stavamo andando al mare e mia madre le suonò per dirle non ricordo più che cosa: essa venne ad aprire indossando soltanto mutandine e reggiseno!
Intendiamoci: non si trattava di un completo acquistato in un sexy shop: tutt'altro. Si trattava di un insieme nel complesso piuttosto casto, di ...
... colore bianco e senza trasparenze, ma tanto bastò a provocarmi un'erezione coi controfiocchi.
La presenza di mia madre, donna di rigidissima moralità, mi impediva, persino, di farmi scivolare una mano nella tasca dei pantaloni corti per darmi un po' di "sollievo", per cui soffrivo del dolore provocatomi dalla pelle del prepuzio troppo tirata.
Inutile dire che, la notte seguente, inondai il letto.
Circa quindici giorni dopo, avvenne il "fattaccio".
Mi ero recato a casa della Signora Dina per consultare l'enciclopedia; appena seduto al tavolino della stanza della piccola Valentina, sentii la Signora Dina chiamare la figlia e chiederle di uscire per delle compere.
A tutta prima non detti peso all'accaduto ma, dopo circa cinque minuti dall'uscita di scena di Valentina, mi sentii chiamare dalla camera della Signora Dina.
- Vengo - risposi.
Giunto di fronte alla porta chiusa bussai, ed entrai solo quando la Signora Dina disse:
- Avanti!
Era in piedi, di fronte allo specchio del comò ed indossava soltanto le mutandine ed il reggiseno...ma non era il completo della volta precedente. Il colore era sempre bianco, ma il reggiseno aveva le coppe completamente trasparenti, come un paio di calze, per intenderci. Lo stesso dicasi per le mutandine: trasparenti davanti e dietro.
Per finire, indossava un paio di sandali bianchi allacciati alla caviglia ed era truccata da gran sera.
Subito mi eressi ed il mio sguardo si incrociò con quello della Signora Dina.
- ...