1. L’Harem dell Sceicco


    Data: 01/04/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Trans Autore: Koss, Fonte: RaccontiMilu

    ... essere andata così, ma ora cosa volevano un riscatto, mi veniva da ridere solo a pensarci, i soldi di quel viaggio li avevo presi in prestito da un amico. Ma &egrave ovvio, volevano rapire lei, &egrave lei la ricca, io sono capitata in mezzo. Dovevo svegliarla, lei certamente sapeva tutto. E la svegliai.
    
    Si chiamava Marianne, aveva ventitré anni, veniva da un paesino del Montana, non era ricca. Era solo bella e per quello l’avevano rapita. Sveglia Sonia, sul finire del novecento dovresti saperlo pure tu che c’&egrave ancora la tratta delle bianche. Ci volle più di un’ora per capire queste quattro cose, la ragazza parlava solo inglese ed in quella lingua me la cavavo male. Ci abituammo presto alla nostra reciproca nudità, avevamo solo dei sandali e per giunta dorati, ridicolo, in seguito ci abituammo anche a molte altre cose. Eravamo disperate. Pensai che se mai fossi ritornata libera non avrei aiutato più nessuno. Marianne era più disperata di me, aveva cercato di farmi capire tutto mentre piangeva e singhiozzava. Eravamo state rapite e poi narcotizzate e tenute a dormire per non si sa quanto tempo ed ora ci trovavamo dove? – Oasi … desert … Sudan. – Questa fu la risposta di Marianne. Non sapeva altro.
    
    Quando era diventato completamente buio arrivarono due nere, alte ed arroganti, la schiena arcuata ed il sedere alto, con i capelli corti e crespi, arroganti e manesche. Erano vestite come la donna che avevo conosciuto nel pomeriggio, quella con il frustino in mano, ...
    ... ovvero cuoio e borchie, l’unica cosa differente era che queste non portavano neanche la gonna, ma mutandine che coprivano poco, fatte, come il reggiseno, di strisce di cuoio intrecciate. Con loro c’era Nicolette che portava la cena. Una delle due nere teneva un lume in mano che appoggiò a terra. L’altra aveva in mano due collari di cuoio. Quella che aveva posato il lume prese in mano dall’altra uno dei collari e si avvicinò a me, io mi ritrassi, non volevo farmi mettere un collare, mi colpì con un pugno alla pancia e poi ricevetti uno schiaffo, mi colò sangue dal labbro. Nicolette che aveva posato il vassoio per terra si precipitò verso di me ed in qualche modo cercò di convincermi. – Pour le nome… pour le nome. ‘ Lo disse sommessamente, lei non aveva nessun potere sulle due nere. Le due nere intanto non avevano il collare, che c’entrava il nome, ma intanto mentre una mi teneva le braccia strette dietro la schiena l’altra mi sistemava il collare sul quale c’era scritto Sonia. Marianne non si oppose e tutto fu più semplice. Se ne andarono lasciando lì la cena. Costolette d’agnello, verdure cotte, frutta e datteri. Avevo una fame che non ci vedevo e convinsi pure Marianne a mangiare, la ragazza era depressa e sofferente.
    
    C’era poco da fare, ero in una pessima situazione, avevo trenta anni e non ero bella, anche se tutti dicevano che ero un bel tipo, ma niente di lontanamente paragonabile a Marianne, dietro di lei avrei potuto sbavare pure io che mi consideravo eterosessuale al ...
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