La mia padrona Paola.
Data: 17/03/2021,
Categorie:
Lesbo
Autore: Nadia89, Fonte: EroticiRacconti
Dopo i furiosi momenti di passione che hanno travolto me e Paola, ci prendiamo qualche giorno di pausa dal sesso. Mai come in quei giorni mi è capitato di ripensare alla mia vita e alle storie che avevo vissuto.
Ho realizzato consciamente che Paola aveva ragione, il corpo femminile mi è sempre piaciuto, anzi … mi ha sempre entusiasmata! Ma sono cresciuta con l’etichetta di “ragazza etero” e non mi sarei mai sognata di esplorare qualcosa di diverso. Semplicemente, reprimevo quella parte di me, considerandola un semplice scherzo della mia mente.
Paola è stata la scintilla che ha acceso tutto quello che avevo dentro, in un momento molto particolare della mia vita, dove ero lontana dalla mia città e mentre mi ero lasciata alle spalle da poco una storia con un ragazzo.
Ci troviamo una notte nel letto, chiacchierando del più e del meno, poco prima di dormire.
D’un tratto le chiedo: “Ma come ti sei accorta che mi piacevi?”
Sorride a questa mia domanda, quasi se l’aspettasse: “Da come mi guardavi quando uscivo dalla doccia, o quando mi cambiavo. O quando siamo uscite insieme e mi mettevo tutta in tiro. I tuoi occhi mi guardavano attraverso, come se volessero spogliarmi nuda.”
Si interrompe un attimo, scuotendo la testa; il suo tono della voce diventa malizioso: “All’inizio pensavo di aver preso un abbaglio, forse era troppo tempo che non andavo con una donna e la testa mi stava facendo uno scherzo. Poi un giorno… " si interrompe e ride di gusto: "… un giorno mi ...
... sono messa quel bel vestito a righe blu scollato … sapevo che mi avrebbe sottolineato molto il seno, l’ho fatto apposta e ho avuto la conferma. I tuoi occhi erano sempre a guardarmi le tette!! Allora ho capito che ti piacevo …”
La sua mano mi accarezza il viso dolcemente: "Ho iniziato a guardarti con occhi diversi … ho perso la testa per troppe donne che non erano interessate a me per lasciarmi andare. Ma quando lo faccio, non mi ferma nessuno.” ridacchia divertita: “Baciami!” mi comanda, cosa che io eseguo senza farmelo ripetere. La punta delle nostre lingue danza un ritmo infuocato nell’unione di quelle bocche. Sono percorsa da brividi. Improvvisamente la sua mano afferra i miei capelli e mi strattona la testa all’indietro, facendomi staccare da quel bacio: “Ahia!” esclamo. Corrugo la fronte, stupita.
“L’altra sera mi hai distrutto il sedere, è pieno di lividi e di graffi … mi fa male quando mi siedo!" esclama con tono divertito, tirandomi ancora di più i capelli: “Sei una puttanella selvaggia da domare!”
Esce dal letto e si mette in piedi sul tappeto li accanto. Il mio cuore pulsa forte. La guardo, è bellissima. Ha indosso solo un paio di mutandine color lillà, i suoi capelli neri ricadono sulle spalle arrivando a lambire i seni sodi. I suoi capezzoli turgidi sembrano fissarmi come due grandi occhi. Mi sento infuocata.
“Adesso voglio che vieni qui, ai miei piedi. In ginocchio, come la cagna che sei. Devi gattonare e venire ai miei piedi e devi baciarli. ORA!” ...