1. L’allenamento


    Data: 12/03/2021, Categorie: Sesso di Gruppo Gay / Bisex Autore: sweet_hole89, Fonte: RaccontiMilu

    Ero un porcellino che si faceva inchiappettare dai suoi amichetti. Carino, glabro, assolutamente non grasso ma dal fisico rotondetto nei punti giusti, femminile. Il martedì pomeriggio la madre di Carletto, mio vicino di casa, mi passava a prendere a casa, lui faceva parte di una squadra di pallanuoto, io assistevo agli allenamenti mentre lei andava a fare shopping. C’era un motivo ben preciso del perché io cercassi di non perdere questi appuntamenti, infatti, anche quel giorno, al termine della seduta io mi ero infilato negli spogliatoi, dove erano rimasti solamente Carletto ed Ahmed, il suo compagno di squadra marocchino. Mi prendevo i loro cazzi in bocca ed in culo da parecchio tempo. Quel giorno in piscina era previsto un rapido pompino ma io insistetti perché me lo mettessero nel buchino tutti e due, avevo particolarmente voglia ed a loro piaceva quando li imploravo: ‘Inculatemi, dai, per favore’. Era facile farlo lì, con loro già praticamente nudi, spostavano il costume e via, subito pronti. Ci spostammo nel magazzino del cloro dove entrambi mi avrebbero scopato, però mentre uno lo faceva, l’altro doveva stare di guardia, davanti alla porta. C’era, in effetti, il rischio concreto di essere scoperti ma questo rendeva la cosa parecchio più eccitante. E loro non si tiravano indietro, ormai sapevano bene quanto mi piacesse prenderlo. Lo succhiai un po’ ad entrambi, per farglielo venire duro, poi mi piegai a novanta gradi, appoggiato ad una sedia, dopo essermi sfilato le ...
    ... mutande. Lanciai un gridolino quando Carletto me lo buttò dentro senza troppi complimenti, non c’era tempo da perdere e cominciò subito a stantuffare. Iniziava sempre lui, perché Ahmed ce l’aveva grosso il doppio, un vero palo e l’altro si lamentava che, quando arrivava per secondo, trovava il buco troppo aperto. Con questi due godevo sempre, fremente come una cagnetta in calore, proprio per questa gradualità, prima quello più piccolo che apriva la strada, poi il cazzone scuro che completava l’opera e mi riempiva completamente. Non era raro che io raggiungessi l’orgasmo senza neppure sfiorarmi il pistolino. Andava tutto secondo i programmi fino a quando Ahmed entrò nello nel magazzino come un missile: ‘Tirati via che” non fece in tempo a finire la frase che ci ritrovammo circondati da almeno sette o otto degli altri giovani pallanuotisti, tutti ancora in costume. ‘Ma guarda ‘sti froci!’ esclamò uno di questi. ‘Ve l’avevo detto! Avevo visto giusto, non me l’ero immaginato che il loro amichetto era un checchina e che glielo aveva preso in bocca, a quanto pare lo prende anche nel culo!’ sentenziò Alfio, il capitano della squadra. Probabilmente aveva notato qualcosa una delle volte precedenti, forse quando avevo spompinato i miei amici dietro lo spogliatoio. ‘Perché non chiamiamo il mister e magari la mamma di Carletto e glieli facciamo vedere’ disse uno. ‘Io avrei un’idea migliore, potremmo farcelo anche noi questo qua’ propose Alfio mentre osservava le mie chiappe, lisce e rotonde, ...
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