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Le voglie nascoste di Simona
Data: 19/02/2021, Categorie: Tradimenti Autore: Boetiè, Fonte: EroticiRacconti
... le sue labbra semi aperte. Mi alzo di scattò. Le nostre due labbra che passionalmente si lasciano andare. Mesi e mesi di battute, scherno e desiderio che finalmente esplodono. L'inibita Simona che da spazio alle sue fantasie. Tra baci, palpeggiamenti, corpi desiderosi e pieni di voglia, arriviamo al centro del locale dove vicino alla colonna centrale inizio ad accarezzarlo dappertutto, le mie mani in quella maglietta non più tanto ingenua e le dita che le percorrono la schiena, mentre le sue non riescono a staccarsi dai miei capelli e dal massaggiarmi l'uccello. Con veemenza e con forza le tolgo la maglia e le massaggio i segni da sopra quel reggiseno innocente che, goffamente ma trionfalmente le riesco a slacciare , iniziando a baciarla ovunque. Pronti a regalarle un'avventura sessuale che potesse tirare fuori quel suo lato da affamata sessuale che, ormai con fatica, teneva segregato e messo a parcheggio. Restituirle la femminilità, darle sicurezza, e donarle gioia e amore per se stessa. Tutte cose in cui ormai chi le stava accanto non poteva più darle. La goffa adesso era lei che, nel tentativo di baciarmi dappertutto faceva una gran confusione, con il rischio di smorzare l'eccitazione con la foga del momento. Con calma e controllo della situazione la fermo. I cartoni delle sigarette mi rendono un materasso di fortuna. Tanto da disporli al centro; ritorno alla tensione e sessuale senza dire una parola, solo fissandola negli occhi. Le accenno un sorriso ...
... profondo, vero e afferrandole le mani, la porto sulle sue ginocchia. Con un po' di foga e ferma decisione, slaccio la cintura dei miei bermuda di Jeans, continuando a guardare lei dicendole con uno sguardo che desidero piantare il mio pene nella sua bocca vogliosa. Qualche attimo, neanche il tempo necessario a realizzare, che il mio fallo eretto si trovò davanti ai suoi occhi, e a quelle pupille che ormai avevano la stessa forma del pene. Non dissi nulla, giusto qualche secondo che il mio pene si ritrovò tra le sue labbra. Quanta fatica per un pomino, da una bocca inesperta, nonostante l'impegno. Ma ero io che dovevo regalarle qualche gioia, liberarla da quelle catene di ingenuità e arretratezza. Io dovevo demolire quelle sovrastrutture mentali. Tirare fuori la porca che era e che ormai non celava più. "Fermati!"... Simona ansimava con leggerezza mentre con delicatezza la facevo adagiare sui cartoni. Per sfilarle quei jeans, tirai giù subito anche quegli slip molto carini. I suoi occhi sbarrati, era lì, nuda, senza difese di fronte a me. Al mio pene, e quella.mia.lingua che si tuffò su quella fica già fin troppo madida di umori. La testa che si reclinava "...non ci credo!" E a quelle espressioni godive volevo ricavarne le mie, risalendo da quella fila facendole capire che ero pronto. "Te l'avevo detto. Non avremmo mai potuto farlo insieme ". Al parafrasare questa vecchia battuta di mesi prima, la sua espressione inebetita parve farsi seria. Ma che confine sottile ...