1. La mia iniziazione sessuale


    Data: 06/05/2018, Categorie: Masturbazione Prime Esperienze Comici Autore: revius, Fonte: xHamster

    ... aveva un'espressione che io non potevo capire appieno; ora direi che era coccoloso ma non aveva il coraggio di manifestare i suoi sentimenti. A quel punto mi chiese: "Posso appoggiartelo sul culo?". Io gli dissi di si, ovviamente, però gli chiesi subito di non infilarmelo. La cosa mi spaventava e la trovavo inconceibile. Probabilmente, se lui fosse stato uno scopatore navigato e non più che un ragazzino, avrebbe saputo come convincermi a farmi prendere come si deve nel culo. Se mi avesse coccolato un po' e rassicurato che non mi avrebbe fatto male, sarei stato suo senza remore! Sono sicuro che avrei accettato i suoi baci e il suo abbraccio; sarebbe stato bellissimo. Invece, siccome era più che uno sbarbatello, mi disse ok, di stare tranquillo. Io mi misi a pancia in giù sul letto, sempre coi calzoni bassi. Lui salì sopra di me e appoggiò la bestia dura sullo spacco del mio culo. Stava a cavalcioni, senza schiacciarmi, sorreggendosi su ginocchia e gomiti. Andava avanti e indietro sulle mie chiappe, seguendo la via segnata dai miei due glutei così belli. Pareva non dovesse finire mai, si strusciava con metodo, come se si stesse segando con la più grande calma di questo mondo. Io stavo buono, con il volto che guardava a sinistra e mi godevo quel contatto caldissimo che un giorno avrei fatto io alle ragazze, alla stessa maniera. Era tenero, ripeto, non c'era nessuna violenza, nessuna cattiveria; io sentivo che voleva sfogare il suo eros, la sua voglia di godere e lo faceva con ...
    ... me, delicatamente, con rispetto. Mi veniva da ridere che sopra la spalliera del letto c'era una faccia di gesù belva cristo, in ceramica, appesa al muro. Dopo un po' di minuti in quella posizione balzò in piedi e ripetè sulla stessa calza quello che aveva fatto prima, cioè scaricare un'altra sborrata, sempre senza scappellare e senza dare gemiti o espressioni di delirio. Finito quel momento bellissimo, in cui comunque io non ero venuto, andai via, sempre alla ricerca dei miei amichetti. Con loro poi facevo il resto: sigarette, seghe, pompe, videogiochi, coca cola, cartoni animati tipo Daitarn 3, bellissimo! E i compiti di scuola delle vacanze? A culo! E già che avevo quaderni e libri appresso, ma li avrei bruciati dentro al caminetto dei nonni, porco dio bastardo!
    
    Per quanto posso ricordare, queste sono state le mie esperienze con Gippì. Mi ha insegnato qualcosa: il rispetto e a chiedere, se desideri qualcosa. Lui mi ha rispettato, ha fatto quello che gli ho fatto io e io gli ho detto liberamente sì. Dolce Gippì. Le donne si trattano con la dolcezza che mi hai mostrato tu.
    
    Il biondo
    
    Il biondo si chiamava M. ma a volte lo chiamavamo Morò. Con me era davvero stronzo: quando eravamo in gruppo mi insultava, mi diceva parolacce, mi faceva gli sgarbi e mi rubava le cose, salvo restituirmele quando mi mettevo a piangere perché non ne potevo più di quelle angherie. Una volta avevo una canna di bambù che apparteneva a mio nonno e lui me la rubò. Mi misi subito a piangere, ...
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