Continua...... Mari – tre
Data: 09/02/2021,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: Marilena C., Fonte: EroticiRacconti
... cosce, alla missionaria.
Il glande puntava sulla figa, piazzato proprio all'imbocco senza bisogno di indirizzarlo con la mano. Duro, turgido, pronto a partire ad entrare in me, a farsi avvolgere,strizzare dalle mie carni che da lì a pochissimi secondi l'avrebbero munto come delle mani esperte mungono le mammelle di una mucca per far uscire il latte e raccoglierlo nel secchio. Il canale vaginale l'avrebbe munto per tirar fuori la sborra da quei coglioni e farla depositare nel mio utero riempito dalle frustate degli schizzi.
Aveva ragione: ero bollente, in figa avevo un lago in cui da lì a pochi istanti quel pene si sarebbe immerso.
Lo ha fatto. Stavolta un'unica stoccata; ho urlato, devo aver perso i sensi per qualche attimo sentendomi lacerata da quel mostro.
Sono rinvenuta mentre mi pistonava come un forsennato. Il glande sbatteva sulla bocca dell'utero, i testicoli ciondolavano colpendomi le natiche. Mi allargava la figa facendomi sentire aperta in modo osceno, ma quell'oscenità, dopo i primi doloroso affondi non preoccupandosi di me, pensando solo al suo piacere, mi stavano facendo godere come mai avevo goduto prima, mi stavamo portando alla pazzia. I suoi rantoli i grugniti da autentico maiale che era, con la bocca che mi baciava il collo, mi mordeva la spalla, li sentivo nell'orecchio e nel cervello; insieme ai complimenti osceni e alle parole che mi dicevano che ero giusta per lui, che mi sentiva della sua misura, che la mia figa aveva trovato il cazzo ...
... giusto per far venire fuori la porca che veramente ero, che le mie carni bollenti gli stavano squagliando il cazzo e che mi sarebbe piaciuto tenermelo dentro per sempre.
Godevo come mai prima. Mi concedevo completamente andando con il bacino incontro a quel cazzo che mi stava possedendo completamente. Catturavo i suoi fianchi facendogli sentire la morbidezza delle mie cosce piene e il calore che tra esse sprigionavo per come lui mi stava scopando, fottendo, usando. Puntavo i talloni sulle sue natiche per non rischiare che uscisse, ma anche per spingerlo ad affondare di più. Le mie braccia attorno al suo collo, le mie unghie gli graffiavano spalle e schiena. Sentivo che mentre si preparava a sborrare afferrava e stringeva le carni nella parte esterna della mia coscia, dove poi, infatti, mi sono ritrovata un evidente livido.
Certo non era mia intenzione, ma gli stavo facendo sentire che ero sua.
Ripeto, amo mio marito, ma stavo rischiando che l'amore per la mia dolce metà, da attrazione fisica, sessuale, si trasformasse in amore fraterno. Perché neanche lontanamente facendo l'amore con il mio dolcissimo maritino, avrei pensati che si potesse godere con tale intensità, e una volta raggiunti quei gradi di piacere, è pressoché impossibile tornare ad accontentarsi del meno. Non ci ho messo molto a cominciare a venire e sentivo gli orgasmi arrivare uno immediatamente di seguito all'altro. Quanti? Non lo so, l'ultimo mentre accoglievo il suo seme.
Mi è rimasto sopra, io ho ...