Galeotto fu il congresso... - Racconti Erotici

Galeotto fu il congresso...

... farsi strada fra le mie cosce strette e che invece si dischiudevano mano a mano che saliva verso quelle mutandine ormai oscene da come erano fradice.

Mentre continuavo a sentire il turgore della sua cappella fra le labbra ed il palmo della mano, noto del buio intorno a me, aveva preso una strada buia e sterrata…

Sceso di macchina è venuto dalla mia parte, e scesa anche io mi ha sollevata per non infangare le mie décolleté e baciandomi mi ha distesa sul cofano caldo della sua macchina.

Vedevo solo i fari dell’auto illuminare davanti a noi e la sua lingua ormai non smetteva piu di rubare ogni singola goccia dei miei umori di eccitazione fra le mie cosce.

Quando mi ha portata una pò piu in giù, il suo pisello si è fatto strada dentro di me ed ha iniziato a prendermi con un foga che non potevo ricambiare per la posizione piuttosto scomoda ma a cui ormai non badavo neanche piu presa dai ripetuti orgasmi che mi stava regalando a ripetizione fino a che mi ha chiesto di aprire la camicia perché voleva venirmi sul seno e cosi ho fatto, sfilato il preserativo mi ha inondato del suo nettare che ho spalmato sui seni e sul reggiseno.

Quando ci siamo ricomposti e ripuliti siamo scoppiati a ridere e ci siamo abbracciati e baciati a lungo illuminati dai fari della sua auto.

Arrivati in Hotel dove alloggiavo ci siamo salutati, non prima però di esserci scambiati i contatti con la promessa che avrei conosciuto sua moglie e sinceramente non vedo l’ora di poter conoscere anche lei e chissà che anche con lei…

Oltre questo bellissimo episodio ricordo l’espressione del portiere di notte che salutandomi al rientro aveva notato le mie scarpe di vernice nera con del residuo di fango ripulito.

Divertente, chissà cosa avrà pensato di me.