1. Un compito impegnativo -parte6-


    Data: 05/05/2018, Categorie: Anale Prime Esperienze Maturo Autore: camajamal, Fonte: xHamster

    ... fermare.
    
    “Fa piano, così mi fai male, piano uuuh!” con un filo di voce, la fava dentro di lei le provocava una pressione maggiore, visto che avevo inondato tutto; sempre appoggiata sulle punte dei piedi e le mani rannicchiate sulle ginocchia, nella classica posizione che le donne assumono quando devono urinare all’aperto, lei sentiva la cappella aprirsi un varco, spingendo via il liquido con effetto stantuffo lungo le pareti anali, e sentendoselo ricadere quando la cappella si ritirava.
    
    In concreto le tenevo un tappo in culo per evitare la fuoriuscita improvvisa, spingendolo in su e in giù e provocandole spasmi mai provati prima; man mano che continuavo a sbattermela, lei prendeva sempre più confidenza con la nuova situazione, assecondando i miei movimenti.
    
    Ripresi a viaggiare a ritmo sostenuto, cingendole il ventre con una mano e tirandole i capelli con l’altra, stantuffando e affondando la nerchia fino alle palle; la ripresi nuovamente da dietro le ginocchia e la alzai sospesa a mezz’aria, con la passera tutta aperta di fronte allo specchio.
    
    Me la sbatacchiai alternando la posizione sospesa e quella appoggiata sopra al lavandino per un’altra decina di minuti, fino a che arrivai davvero sfinito all’orgasmo.
    
    La alzai violentemente dal lavandino e corsi davanti al gabinetto, lei appoggiò i piedi a terra e si sedette sopra il cesso, stringendo le chiappe per evitare la fuoriuscita del liquido sul pavimento; nel frattempo avevo schiacciato la radice del pene tra ...
    ... le mani per trattenere ancora per un po’ la sborra e le puntai la cappella diritta in faccia.
    
    Sonia spalancò la bocca mostrandomi la sua lingua completamente appoggiata sul labbro inferiore e un paio di otturazioni su altrettanti molari; solo a quel punto allentai la presa sull’uccello, lasciandolo libero di esplodere in tutta la sua violenza.
    
    Centrai la gola con il primo schizzo e continuai a inondarla di sborra, riempiendole tutta la faccia fimo alle narici, continuando a depressurizzarmi lo scroto; continuai a farle scendere la sborra residua rimasta in canna strizzandolo tra le dita, fino a sentirmi la testa più leggera e l’uretra che mi bruciava da impazzire.
    
    Sonia non si lasciò sfuggire neanche una goccia del mio nettare, racimolando tutto lo sperma sotto la lingua, facendoci i gargarismi e arricchendolo con la saliva; chiuse la bocca e ci fece un risciacquo come se usasse del colluttorio, gonfiando la guancia destra e sinistra alternativamente, finché non deglutì facendolo sparire del tutto.
    
    Mi guardò e spalancò nuovamente la bocca come per farmi verificare di aver inghiottito tutto il quantitativo di sborra, quindi mi prese l’uccello e iniziò a succhiarmi la punta in prossimità dell’uretra, come fosse una cannuccia.
    
    Rimasi come in sospensione, in estasi, per tutta la durata del succhiotto, portandomi le mani sui capelli per tenermi la testa; sembrava di perdere l’equilibrio per l’estrema sensazione che mi stava procurando.
    
    Ritornai con i piedi per ...
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