1. Un compito impegnativo -parte6-


    Data: 05/05/2018, Categorie: Anale Prime Esperienze Maturo Autore: camajamal, Fonte: xHamster

    La strada per arrivare al bagno portava ad attraversare il corridoio posto in parallelo con l’asse lungo della casa, passando per una specie di anticamera, uno slargo dove svettava imponente uno specchio a tutta parete.
    
    Sonia aveva bisogno di andare in bagno, la accontentai anche per rifiatare e riprenderci dall’inculata in salotto; prima di andare oltre però feci scorta di lubrificante e un dildo di circa venti centimetri color carne con ventosa alla base dei coglioni.
    
    La guidai verso il bagno tenendole il mio cazzo ben piantato nel culo; essendo più piccola di me di una quindicina di centimetri, quando avanzava sembrava goffa come una papera perché doveva camminare sulle punte, ondeggiando di qua e di là.
    
    Questo provocava lo sfregamento delle chiappe sulla base dell’uccello, che naturalmente era bello teso e allenato dalle chiavate precedenti; Sonia aprì la porta che divideva la zona notte, proseguendo lungo il cammino verso la tanto agognata meta, mentre io dietro la seguivo attaccato al suo posteriore.
    
    Improvvisamente una fitta al ginocchio mi fece liberare un bel ‘porco’; lungo il corridoio c’era un cassettone basso o roba simile che avevo preso in pieno, dovendo camminare con le gambe larghe per essere alla sua ‘altezza’.
    
    “Siamo arrivati, porca puttana!”, sbraitai sentendola singhiozzare dalle risate, “non faremo il giro panoramico spero! Ho un ginocchio semi-distrutto”.
    
    “Oddio mio, come cavolo hai fatto a beccare la cassapanca! Siamo in mezzo al ...
    ... corridoio!”, continuava a sbellicarsi dalle risate; “Mi tocca camminare come un dannato tricheco cieco, non esiste una luce qui dentro?”, sbottai leggermente piccato.
    
    “Io conosco la strada a memoria, e poi te hai voluto camminare così, mica ti ho costretto a venire con me?”, e le diedi un pizzicotto sul gluteo per vendetta; “Ahia! Che pezzo di stronzo che sei!”.
    
    All’improvviso ci ritrovammo inondati di luce, la zozza aveva acceso l’interruttore del bagno, così potei rendermi conto di dove eravamo arrivati; subito a sinistra un mobile alto, più avanti un cassettone con lavabo incassato e specchiera a tutta altezza con faretti alogeni, alla nostra destra una vasca smaltata con piedini stile inglese, mentre a fondo parete a destra il gabinetto e a sinistra un box doccia.
    
    “Senti, devi ‘assolutamente’ fare pipì o puoi resistere ancora un po’”, le domandai da dietro le spalle; lei si voltò verso lo specchio guardandomi in faccia “Credo di sì, perché me lo chiedi?”.
    
    Non fece in tempo a finire di parlare che appoggiai tutti gli attrezzi erotici sopra il lavandino, la trascinai di fronte alla vasca, facendola piegare in avanti a ‘novanta’ e ripresi ad affondare la cappella nel culo; lei appoggiò le mani sul bordo opposto della vasca, vicino alla parete, e spalancò le cosce.
    
    “Mmmmh lo sento tutto, dai spingi, non ti fermare!”, mi incitò con voce rotta dal fiatone e dai colpi che le affibbiavo; “Adesso ti spacco il culo, troia! Qua dentro puoi anche urlare, tanto non ci sente ...
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