Non si ricorda di me?
Data: 02/02/2021,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: adad, Fonte: Annunci69
Ero immerso nei miei pensieri, estraniato dal tamburellare della pioggia sulla tettoia di lamiera dell’ingresso. Era stata una giornata abbastanza noiosa e snervante, e francamente non vedevo l’ora che fosse notte, per andarmene a letto non appena sarebbe stato decente. Avevo cazzeggiato sul computer, messaggiando un po’ con questo, un po’ con quello, ma senza alcun costrutto, tanto per far passare il tempo.
Fu il suono del campanello a riscuotermi. Intendo il campanello della porta, non quello del portone dabbasso. Pensando allora che fosse uno dei condomini, che avesse bisogno di qualcosa, mi alzai e andai ad aprire. Non era uno dei condomini, per lo meno non uno che avessi mai visto: era giovane, sui trenta anni. Alto forse uno e ottanta, ben messo fisicamente, con un bel volto maschio, la cui virilità era sottolineata dal taglio corto, quasi militaresco dei capelli castani e dal pizzetto che gli contornava due magnifiche labbra sensuali.
Insomma, da una prima scansione, che gli feci all’istante, risultava decisamente attraente. In un contesto diverso, avrei detto che il ragazzo si era agghindato apposta per l’occasione. Ma quale occasione poteva esserci con, o per, una vecchia ciabatta come me?
Dopo qualche istante di ammirato silenzio:
“Prego?”, gli chiesi, pregando mentalmente che non fosse un qualche rappresentante di religioni o di commercio.
Lui mi fissò con un largo sorriso.
“Buongiorno, il signor Adad, giusto?…” mi salutò.
“Buongiorno… - ...
... risposi automaticamente – Desidera qualcosa?”
Il sorriso gli si accentuò.
“Non si ricorda di me?”
Scossi la testa. Non poteva essere qualcuno che mi ero portato a letto… maschi del genere non me ne erano mai capitati a memoria d’uomo.
“Mi spiace… - balbettai – ma davvero non…”, e cominciai a sospettare che fosse tutto un imbroglio.
Infatti giusto quella mattina avevo letto di persone che ti si facevano incontro tutte sorridenti e ti ubriacavano di chiacchiere, finché non eri abbastanza confuso da rifilarti una fregatura. Cominciai a tirarmi indietro e a chiudere la porta.
“Sono Mister…”, fece lui tutto d’un fiato.
“Mister?...”, e scossi nuovamente la testa.
“Non si ricorda? Mi ha usato anni fa per un suo racconto…”
“Senta, con tutti quelli che ho scritto…”
“Mi assegnò il ruolo di un giovane autoritario, che rimorchia un tale al parco e si fa leccare… sì, si fa leccare… il culo fino a venire.”
Qualcosa cominciò a tornarmi in mente.
“Mister… ma sì… certo… Adesso mi ricordo di lei… Mister… fu molto bravo nel suo ruolo, sa? Il racconto ebbe un discreto successo.”
“Speravo che mi chiamasse ancora… sa, mi era piaciuto lavorare con lei… o per lei, non saprei come dire, mi scusi.”
“Davvero?”, dissi io con un sorriso, tirandomi indietro e facendogli capire così di accomodarsi, cosa che lui fece, mentre richiudevo la porta.
Gli feci strada verso il salotto. La pioggia continuava a scrosciare oltre i vetri socchiusi.
“Davvero, le è piaciuto ...