G.bang - Nella vecchia fattoria, Ahia Ahia OH!
Data: 17/01/2021,
Categorie:
Trans
Dominazione / BDSM
Feticismo
Autore: CagedSissyCuck, Fonte: xHamster
... continua a registrare…
Vengo abusata, percossa, umiliata e stuprata per ore, ricevo sborra ovunque e senza riguardo alcuno. Il peggiore dei quattro è quello che indossa la maschera da porco. E’ obeso, il suo stomaco si protende, enorme, ne sento il peso sul fondo schiena mentre mi scopa alla pecorina; il suo cazzo, seppure non lungo, è largo come il mio polso e duro come la pietra, sembra provare particolare piacere nel percuotermi le natiche con il palmo della mano aperta, a tutta forza, mentre mi sodomizza.
Ogniqualvolta mi attardo ad obbedire ai vari comandi vengo sistematicamente colpita con calci tra le gambe, pugni sul collo e schiaffoni in viso. Non sono colpi fortissimi, ma raggiungono perfettamente il loro scopo: intimidirmi. Per tutto il tempo, l’unico pensiero che ho in mente è quello di assecondarli, di non opporre resistenza alcuna, di fare quello che chiedono io faccia il più velocemente che posso, sperando solo che finisca tutto al più presto possibile, abbandonando ogni residuo briciolo di dignità.
Hanno sborrato tutti, su di me o dentro di me. Inizio a rilassarmi, ragionevolmente certa che, una volta calmata la foia che li ha governati finora, dovrebbero giungere a più miti consigli, lasciandomi ...
... finalmente andare.
Purtroppo non è così.
“Portiamola nella porcilaia per il gran finale… è il posto in cui merita di finire!” Suggerisce qualcuno.
In cui merito di finire cosa? Questa serata? La mia molto poco onorevole sottomissione? La… vita?? Ohmmamma sto facendomela sotto!!!
Sono trascinata a forza giù per le scale, poi fuori e verso un fabbricato più basso, gettata, attraverso un arrugginito cancelletto in ferro, in quello che sembra una antico ostello per maiali…
Vengo derisa, insultata, spintonata, faccio appello a tutto il mio residuo amor proprio per poter sopravvivere ad una tale umiliazione, infine cado carponi nel fango, da cui non oso più muovermi.
“Godi, troia…”
Con queste simpatiche ed originalissime parole, Testa di Maiale inizia a svuotarsi la vescica su di me, Sento il calore di quel getto, mentre mi scorre in rivoli sulla pelle. Tempo trenta secondi e tutti lo imitano, vengo inondata da litri di pioggia dorata, sono talmente spaventata che poggio la fronte in terra e me ne sto buona, sottomettendomi.
Mi colgono lì fino le prima luci dell’alba. Il tizio che mi ha portata al “macello” mi aiuta a rivestirmi, mi consegna i seicento euro e mi riaccompagna a casa.
Non ho voluto più rivederlo. Mai più.