Godiamo
Data: 31/12/2020,
Categorie:
Racconti Erotici,
Gay / Bisex
Autore: Bollentispiriti, Fonte: RaccontiMilu
... lo slippino di pizzo. Mi pongo di lato e incrocio le gambe in modo da provocare una maggiore erezione del mio turgido strumento di piacere. Ti vedo sbavare, mentre ti tocchi freneticamente il pene duro e umidiccio.
“Toccami…!” – è un’ordine o una preghiera la tua? Obbedisco e mi avvicino a te, che ansimi sul letto, con studiata lentezza. Fletto le gambe, accoccolandomi, e sono con la bocca a tiro del tuo cannone. Gli accarezzo il capo con due dita come un bravo cagnolino. Poi l’indice si posiziona sul taglio dell’orifizio esterno, percorrendolo avanti e indietro. Lo lubrifico, inumidendolo col liquido trasparente che la tua prostata continua a secernere in abbondanza, mentre il pollice sollecita il frenulo e le papule sulla corona del tuo pene.
Ti agiti al contatto adrenalinico. Sento il tuo fiato sul collo mentre imbocco il tuo nerbo. Percorro con la lingua la circonferenza del tuo glande; come su un circuito stradale, inanello vari giri, prima di fermarmi a battere in testa, sulla fessura del tuo canale uretrale. Ora, il tuo glande, lo introduco per intero, con gusto, in bocca, accarezzandolo con le guance strette intorno a lui. Lo succhio, prima di espellerlo con un leggero schiocco come fosse un lecca lecca. Sobbalzi, frenetico! Ripeto il gioco più volte, mentre in basso il mio bastone vibra e la mia mucosa anale si dilata dal desiderio.
Mi tieni la testa sul tuo mandrino, mentre modello il tuo godimento. La tua mano scivola lungo il mio petto e si inchiavarda ...
... al mio capezzolo. Lo attanaglia, lo stringe. Mi fai vedere le stelle, mentre il mio martello, all’inguine, sbatacchia in alto e in basso, a vuoto, cercando inutilmente l’orgasmo che non arriva.
Riprendo il controllo della situazione. Mi alzo come un’ossessa. Mi stavi facendo arrivare! Mando una sberla ai satelliti della tua mazza per costringerla alla ragione, smettendo di eccitarsi, mentre, a gambe larghe sul pavimento, soffio, stemperando il mio ferro ardente. Cazzo! C’è voluto poco che arrivassimo stupidamente presto. Resti accartocciato su te stesso, tenendoti fra le mani il tuo gioiello, appesantito dal colpo basso.
Ti sorrido ora, timorosa di avere esagerato nella punizione corporea inflitta; ti chiamo: “Tesoro… Amore”, mentre ti coccolo al petto e ti accarezzo le guance, la bocca. Ti stringo a me e ti chiedo perdono, costringendoti a un french kiss che ti sconvolge. Ti abbandoni a me. Il dolore è dimenticato e ora ti aspetti la giusta ricompensa. Ed io sono pronta…! Mi dispongo sotto di te, aspettando la tua iniziativa.
Mi fai girare bocconi, e mi sganci le giarrettiere. Sfili le calze ad una ad una e ti inguaini le mani, srotolandole sull’avambraccio. Con quelle mi accarezzi la schiena. Mi provochi con la sensualità del tocco che mi arriva fino all’inguine, ingigantendo il mio tubero, che cresce sotto di me. Vertebra su vertebra scrolli la mia sicurezza; giochi con i glutei come fossero polpi di mare, li articoli, aprendo e chiudendo le valve di carne intorno ...