Vicinanza e amenità
Data: 21/12/2020,
Categorie:
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
... sporgevano e che s’indurirono ancora di più. Lei iniziò a lagnarsi intensamente per il piacere provato, facendomi capire che quell’atto di riconoscimento era assai gradito dal suo essere intimo di femmina. Capii al volo, la feci sedere al posto mio, m’inginocchiai davanti a lei e le agguantai i piedi morbidi, glieli baciai succhiandole in ultimo tutte le dita, mordicchiandone ogni tanto qualcheduno. Lei gradì tantissimo, tanto che pensai che stesse già per venire. Dopo mi fece segno d’alzarmi in piedi, adesso era lei che voleva condurre il gioco e assaporare l’attimo, siccome era seduta m’abbassò lo slip e con un sorriso d’apoteosi avvicinò la bocca ben truccata alla punta del glande, ormai perfettamente scoperto e gonfio. Lo assaporò e lo baciò, in conclusione lo fece sparire completamente nella sua bocca. Non era il momento giusto per sborrare, che meschina e che spregevole gretta figura avrei compiuto, sicché mi trattenni dedicandomi interamente a lei.
Avevo l’intenzione di baciarla e di leccarla tra le cosce, ma come potevo compierlo in così poco spazio a disposizione? All’istante mi sdraiai per terra tenendo le gambe sollevate, lei si collocò rimanendo accovacciata sul mio viso, io le baciai a lungo tutto l’interno delle cosce setose, dopo con ...
... la lingua entrai decisamente nel suo anfratto sugoso e odoroso, inebriato e totalmente in visibilio, mentre assaporavo con bontà le secrezioni della sua stupenda fica. Lei mi venne praticamente in bocca, con mugolii soffocati nella gola. A questo punto spettava a me eseguire il resto, anche perché non potevamo assentarci ancora per lungo tempo. Ci rimettemmo in piedi, le alzai una coscia facendole appoggiare il piede sulla panchetta e con qualche manovra appropriata, che le procurò anche una leggera fitta di dolore, riuscii a penetrarla mentre con le dita d’una mano le esploravo in profondità tutto il solco del fondo schiena e con l’altra le martoriavo un capezzolo.
I suoi mugolii erano concentrati, assai veementi, al momento potevano senz’altro udirci dall’esterno. Io non mi trattenni oltremodo e un lungo fiotto denso, troppo a lungo trattenuto, si riversò in successivi spasmi dentro di lei estasiandola e travolgendola di piacere.
Soltanto a quel punto, rivestendoci, ci scambiammo rapidamente qualche bacio di tenerezza e di complicità. Qualche minuto più tardi eravamo nuovamente distesi sui nostri rispettivi sdrai ignorandoci e fingendo di non conoscerci.
Per quanto mi riguarda, acclamazioni e plausi per le farmaciste.
{Idraulico anno 1999}