1. Una donna violenta


    Data: 16/12/2020, Categorie: Anale Hardcore, Sesso di Gruppo Autore: antonio-fusco, Fonte: xHamster

    ... assumere una posizione tanto oscena quanto umiliante, un po`da partoriente, peggiorata ulteriormente dalla sensazione della camicia da notte ospedaliera che a causa della posizione a gambe larghe le era risalita leggera fino all’altezza delle mutandine… Mutandine che però non indossava più, qualcuno, forse nella sua stanza d’ospedale, forse lì, dovunque si trovasse, gliele aveva tolte. L’unico effimero conforto le veniva dalla protezione offerta dalla coperta, per quanto fosse una copertina molto leggera e fosse tirata solo fino a mezza vita o poco più su.
    
    “… Secondo, perché ho rischiato molto in prima persona quando ti ho rapita dall’ospedale per portarti qui…“.
    
    Rapita? Era stata rapita? No! Non poteva essere vero! Non era vero! Sonia si rifiutava di crederlo, nonostante l’evidenza della situazione, ma la cosa che le fece definitivamente realizzare il fatto di essere stata rapita era il bavaglio, quello strano bavaglio che aveva sulla bocca, e dentro la bocca: uno strano inserto rugoso dal sapore di caucciù la invadeva fino all’altezza dei molari. Era così grosso che Sonia era costretta a tenere la lingua schiacciata in basso e… la sua lingua! Le faceva male la punta della lingua! Era attaccata a qualcosa ! non poteva ritirarla indietro!
    
    La sua lingua era stata perforata! Un piercing o qualcosa di simile gliela trapassava e poi era ancorato da qualche parte… Sì… la lingua era ancorata al bavaglio ! Poteva sentire un filo o cos’altro che gliela teneva ...
    ... distesa.
    
    Un’ondata di paura raggelante percorse improvvisamente tutto il suo corpo e dalla sua gola scappò un lungo gemito disperato.
    
    Con un sorrisetto compiaciuto Lui riprese a parlarle,
    
    “Ma soprattutto, terzo, perché tu ti sei gettata via! Hai tentato il suicidio già tre volte, e lo hai fatto sempre sul serio, non volevi “attirare l’attenzione” come si dice di solito quando le ragazzine in crisi ormonale fanno le sceme.
    
    No! Ho analizzato bene i tuoi trascorsi e tu sei veramente viva per miracolo, anzi, per almeno tre miracoli consecutivi… Sembra che la sorte ti abbia mantenuta viva sufficientemente a lungo per permettere a Me di “trovarti”, rovistando tra i rifiuti, tra i quali tu stessa ti sei voluta gettare.
    
    Sai, appena ti ho vista ho pensato che era un vero spreco gettare via una bella come te! E se a te la tua vita non interessava, perché non prendertela.
    
    Vedi Sonia, se trovo nel cassonetto dei rifiuti qualcosa che è stato intenzionalmente gettato via dal legittimo proprietario, questo qualcosa diventa di diritto di mia proprietà.
    
    Ed è così anche nel tuo caso: tu ti sei gettata nel cassonetto, e rovistando Io ho scelto un rifiuto come te, ed ora tu… mi appartieni!”
    
    Piangere! È l’unica cosa che poteva fare. Piangere per la follia di quelle parole, ed anche per l’innegabile fondo di verità nascosto in quel delirio. Piangere per la paura che quel Pazzo lucido le incuteva.
    
    “Forse tu pensavi che il suicidio per te fosse l’unica possibile via di fuga da una lunga ...
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