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Francesca: 293 – Il piacere solitario di Francesca- scritto da 1948
Data: 15/12/2020, Categorie: Autoerotismo Autore: 1948, Fonte: RaccontiMilu
Marilù nell’andare via ha rassicurato Francesca assicurando che sarebbe tornata da lei entro la settimana. L’indomani le due si sono sentite ed allora non c’era più motivo di assentarsi dal lavoro nello studio legale del fidanzato. Non era una bella giornata, pioveva e Francesca si è bagnata camminando sul marciapiede. Appena rientrata a casa ha gettato via alla svelta i vestiti bagnati che si erano anche sporcati di smog e si lasciata cadere sulla morbida superficie del lettone che 24 ore prima l’aveva vista amarsi con Marilù. Si è poi levata per andare a farsi una doccia ed una volta asciutta ha indossato soltanto una leggera veste da camera in tessuto di lino. Si sentiva bene dopo essere stata sotto il getto di acqua tiepida ed essersi poi guardata allo specchio per avere conferma che il suo fisico era sempre bello e piacevole anche ai suoi stessi occhi. Camminando scalza dal bagno è ritornata sul letto, ha socchiuso gli occhi, ha allungato le gambe nude assaporando il soffice contatto delle lenzuola morbide sulla pelle e si è rotolata lentamente per restare infine completamente rilassata. La fatica della ripresa del lavoro dopo una settimana di assenza si faceva sentire e le causava la pesantezza delle palpebre che diventavano via via sempre più basse fino ad arrivare a chiudersi. Con gli occhi socchiusi ha pensato non ad Alberto, il suo fidanzato con cui ha quasi rotto, ma a Marilù ed istintivamente ha spostato indolentemente la mano conducendola a ...
... rasentare un capezzolo che ha accarezzato quasi sfiorandolo, ruotando sull’areola e, come fosse ciò che di più delicato si possa avere, toccando la prominenza eseguendo dei passaggi senza sollecitare nessun altro muscolo. Ha così dato inizio ad un titillamento delicato con i polpastrelli che le hanno causato dei brividi e la voglia di andare tra le gambe a sfiorare il centro di tutti i suoi piaceri intimi ma al momento non si sentiva di occuparsi di lui. Si è toccata delicatamente con le dita il piccolo rigonfiamento pressandolo con cautela con due dita e poi tirandolo in avanti facendolo diventare sodo percependo un tenero brivido percorrerle l’intimo. Francesca a quel punto ha emesso dei gemiti. Solo successivamente è passata a stimolare il clitoride con l’unghia delle dita della mano sinistra, ha chiuso gli occhi ed ha sorriso mentre l’altra mano l’ha spedita tra le sue cosce. Solo successivamente l’altra mano è andata ad accarezzando le grandi labbra aprendole, giocando ad allargarle e si è avvicinata con prudenza all’imboccatura della figa. A quelle carezze Francesca si è contorta lievemente per il piacere sussultando brevemente, solo dopo ha iniziato a respirare più frequentemente con le labbra socchiuse perché le dita della sua mano sinistra sono penetrate fino ad arrivare sulla soglia della fessura torrida e umida tra le sue gambe mentre con la mano destra si pizzicava lascivamente il capezzolo sinistro tenendolo stretto tra il dito indice ed il pollice. In ...