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Claudia, dario e me - seconda e ultima parte
Data: 04/12/2020, Categorie: Tradimenti Autore: Honeymark, Fonte: Annunci69
... coltello caldo nel burro. Allora cominciai a pomparlo con crescente veemenza, gustandomi il retto perfettamente liscio e accogliente del giovane. Mi accorsi che li stavo montando entrambi e cercai di trovare il ritmo giusto per tutti tre. In breve cominciammo a gemere e nel giro di un minuto o poco più, venimmo alla grande. O perlomeno venimmo io e lui. Il piacere di avergli riempito il retto di sperma andò ad alimentare il mio senso narcisistico e la mia sete di dominio. Mi ero fatto uno schiavo nuovo, che avrei condiviso con la moglie. Ero consapevole di essere per loro un dildo umano, ma sapevo che mi avrebbero utilizzato come piace a me. Dopo un po’ ci alzammo e indossammo gli accappatoi. - Ordino la colazione, – disse lei prendendo il telefono. – Cosa volete? Rispondemmo e passò la comanda alla cucina dell’hotel. - Vado a lavarmi, – disse Dario. E si ritirò - Allora, come è andata? – Mi domandò. – Valeva la pena? - Calma, – risposi sornione. – Non è ancora finita. - Lo so, ma fin qui? - Inculare un uomo è sempre una cosa straordinaria per due etero, – dissi. – Ma ti è piaciuta la scelta di farti chiavare da lui mentre lo inculavo? - Non l’avevo mai fatto... he he Mi avvicinai a lei e le slacciai l’accappatoio. - No, fermo. – disse. – Voglio che sia sempre Dario quando io e te facciamo sesso. - Lui lo sa che stiamo pomiciando mentre è in bagno. Le accarezzai una tetta, poi la palpai nel vero senso della parola. Arrossì, ...
... la cosa l’aveva sorpresa inaspettatamente. La lasciai e mi abbassai per andarle ad accarezzare il culo. Il tutto la stava eccitando più del necessario. - Non ti palpa mai le tette, vero? – Dissi alzandomi. Arrossì. Sentii che Dario stava uscendo dal bagno e ci ricomponemmo. - Mettiamo in ordine la stanza che stanno per portare la colazione, – disse al marito. Poco dopo bussarono alla porta. - Andate in bagno, – disse Dario. – Apro io. Entrammo in bagno e, appena dentro, lasciammo cadere gli accappatoi. Ci saltammo addosso e l’uccello si mise presto sull’attenti. Ci basciammo appassionatamente. La palpai un po’ dappertutto e lei si eccitò da morire. Del resto anch’io. Essere soli ci caricava alla vecchia maniera. Dario bussò alla porta. - Venire, – disse. – La cameriera è andata. - Esci, – le dissi. – Mi lavo l’uccello, ché dopo ti inculo. Uscì. Quando uscii anch’io, mangiammo tutto in fretta, affamati come lucci. - Dario – dissi, – lo hai un altro tanghino di contenzione? - Sì, certo! – Rispose felice della domanda. - Dammene uno che te lo faccio indossare. Corse ad aprire la valigia, lo prese, me lo mise in mano, lasciò cadere l’accappatoio e salì sul letto mettendosi a quattro zampe. - Madonna che solerzia! – Osservai sorridendo. Anche la moglie sorrise soddisfatta. - Aiutami, – le dissi. Lei lo infilò sul cazzo di Dario, lubrificò la pallina e me la mise in mano come la sera prima. - Vai! – Aggiunse. – Tocca a ...