Come ho scoperto di essere.. Sasha.
Data: 08/11/2020,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: sasha192, Fonte: RaccontiMilu
... ronzava in testa: lasciarmi trasportare dagli eventi. Ricordo che avevo fatto alcune ricerche, riguardo ad un parcheggio in periferia frequentato da uomini, a cui piaceva fare certe cose… Ci provai un sabato sera, ronzai intorno al parcheggio e vidi un certo movimento, tuttavia non sentendomi pronto decisi di andarmene. Di nuovo ci tornai domenica, tuttavia non venne nessuno… Il sabato dopo non andai, avevo impegni, e decisi invece di provarci domenica sera: il risultato? Un fiasco. Era vuoto.Imboccai la tangenziale e mi fermai al primo autogrill per prendere un caffè, nel parcheggio c’erano poche auto e all’interno praticamente nessuno. Comprai una bottiglietta d’acqua, un caffè e poi me ne tornai verso l’auto, del tutto intenzionato a tornarmene a casa… Tuttavia, in quel momento, notai su di un palo nel parcheggio una strana scritta: il nome del parcheggio dov’ero stato ed un numero di telefono. Mi venne prima da ridere, poi i brividi: provo a chiamare?Indeciso, terrorizzato, presi il telefono e telefonai -con l’anonimo-. Dall’altra parte una voce maschile disse pronto, io rimasi in silenzio. Lui anche, poi, dopo circa un minuto mi chiese se avevo trovato il numero all’autogrill, dissi di sì, e lui mettendosi a ridere mi rispose che avevo fatto bene a chiamare. Se volevo, tra mezz’ora ci potevamo vedere direttamente lì: cercai di trattare, chiedendo invece di vederci prima all’autogrill, ma alla fine accettai di tornare al parcheggio.Ero agitato, e dopo qualche minuto ...
... d’esitazione decisi di tornare al parcheggio.
Ero seduto nella mia auto, vicino al bordo che dava su un boschetto verdastro e pieno di cespugli: avevo già il cazzo duro e l’ansia in corpo, non sapevo cosa aspettarmi, non sapevo nemmeno se quel tizio mi sarebbe piaciuto, l’unica cosa che speravo: spero non puzzi.Arrivò infine un’auto bianca, fece il giro del parcheggio un paio di volte, c’erano altre auto chiuse, e poi io, che per farmi notare feci lampeggiare le 4 frecce. Parcheggiò poco più in la, potevo vedere solo la sua sagoma sul sedile, apparentemente imponente. Che faccio? Pensai.Aspettai una manciata di secondi, e poi lo vidi scendere dall’auto: rimasi incerto. Era un uomo sulla cinquantina, decisamente sovrappeso, capelli bianchi e barbetta, era vestito in maniera semplice: jeans, scarponi, una camicia a scacchi rossa e sopra una giacca scura. Si avvicinò, lentamente, accostandosi al finestrino. Ci salutammo, gli dissi, stupidamente, che ero stato io a chiamarlo. Rise, di gusto, e poi mi fece segno verso il boschetto con la mano. Gli dissi se potevamo andare da qualche parte, e lui scosse il capo: disse che all’aperto era più eccitante. Sospirai, e dopo qualche lamentela accettai di scendere dall’auto… Mi camminava dietro, sentivo i suoi occhi addosso. Era la prima volta, domandò, Io dissi di no. Da lì a poco eravamo nell’oscurità, coperti da un paio di piante, cercò di baciarmi ma io rifiutai, quindi mi prese la testa e spingendomi verso il basso mi lasciò intendere ...