1. Ho la bocca piena, mando giu'


    Data: 02/11/2020, Categorie: Gay / Bisex Autore: FringuellinoCaldo, Fonte: Annunci69

    Un raccontino, momento di gioventù.
    
    “Polly? Tu sei Polly, vero?”.
    
    Non mi pare di conoscerlo o almeno non me lo ricordo. Il fatto che mi abbia chiamato “Polly” vuol dire che, perlomeno, ha frequentato o frequenta il mio paese.
    
    Infatti questo, col tempo, è diventato il modo nel quale, lì, mi chiamano quasi tutti quanti.
    
    Cerco di fare mente locale, il tizio avrà, più o meno, trentacinque anni, ben portati, tipo fico, barbetta corta d’ordinanza.
    
    Sto passeggiando, con mia cugina, lungo il corso principale della città dove avremmo l’intenzione di frequentare l’università, siamo andati a dare un’occhiata preliminare.
    
    Mi fermo allora lui, accorgendosi della mia perplessità, entra nei dettagli: “Non mi riconosci? Sono Cesare (nome inventato non il personaggio), sono stato al tuo paese un po’ di giorni, qualche di estate fa, ospite di G., lavoriamo assieme” mi guarda diritto e fa l’occhiolino “La casa nel campo…, non avevo la barba e poi sono dimagrito...”.
    
    Cavolo, ora ricordo, siamo stati al casolare, c’ero io, con R., G. (iniziali vere), questo Cesare ed un altro paesano.
    
    Con la solita scusa di fare il bagno nella vasca dell’irrigazione ci eravamo spogliati, io e R. ovviamente tutti nudi, poi anche gli altri. Col mio amichetto R. a farmi da spalla c’è stata la stabilita, abbondante, razione di cazzo. Chiaramente Polly più di R..
    
    Ora rammento che questo Cesare era la prima volta che si faceva dei ragazzi, comunque la cosa non sembrava disturbarlo perché ci ...
    ... aveva dato giù di brutto.
    
    E’ migliorato, è vero che è dimagrito, sta proprio bene.
    
    Sembra piacere anche a mia cugina, mentre gliela presento ci osserva con un sorrisetto ironico, con lei mi confido, sa cosa faccio con gli uomini nel casolare ed ha capito subito tutto.
    
    “Comunque ora potremmo andare a prendere un caffè” propone Cesare, mia cugina risponde che ha un appuntamento, fra dieci muniti con un’amica, nei pressi della stazione, sembra anche un po’ dispiaciuta, Cesare è bello e simpatico.
    
    Io dovrei accompagnarla ma lei mi esorta a prendere il caffè col mio amico, il posto è lì vicino e può andarci da sola, poi prenderà il treno delle undici e trenta, deve tornare a casa prima. Io, invece, posso restare.
    
    Va bene così allora lui insiste con me, chiedendomi di fermarmi di più.
    
    C’è un solo motivo per tutto questo, sono veramente combattuto, da un lato una vocina mi dice di non fermarmi, di andare con mia cugina, farla finita con il fatto di obbedire a chiunque me lo chieda, di farmi sbattere da ogni conoscente, “Ti fa male il culo, Polly”, mi dicevo. Dall’altra la zoccoletta sfranta, la schiavetta sottomessa, imperiosamente vuole il cazzo.
    
    Ovviamente, infine, dico di si.
    
    La cuginetta, prima di andare, sempre sorridendo mi raccomanda di andarci piano, del resto conosce le condizioni del mio culetto il questo periodo, quello della mia prime visite urologiche. Durante una di queste, quando il medico mi aveva parlato delle condizioni della mia prostatina ...
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