1. Il Mago e la schiava +dialoghi


    Data: 31/10/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Regina_di_spine, Fonte: RaccontiMilu

    Era vestito completamente di nero e portava un grande cilindro in testa come quello dei maghi. La sua camminata era accompagnata da un bastone lungo e nero con l’impugnatura bianca a forma di teschio, che gli donava un non so che di misterioso. Come nel libro “Margherita e il mago” ne ero completamente affascinata. Non avevo mai compreso quella sua figura enigmatica, nemmeno da dove provenisse il suo accento straniero. Nel contempo, ho spesso creduto di veder uscire un coniglio bianco da quel cappello e una tortora dal taschino. Ma non successe mai. L’unico animale che portava su di se, era un serpente pronto a mordere, le sue spire avvolgevano un grosso anello d’argento. Era luccicante come i suoi occhi di color azzurro ghiaccio. Mi morsi le labbra quando lo vidi entrare nella mia stanza. Anche questa sera aveva scelto me. Non mi mossi, ne dissi nulla. Conoscevo molto bene le regole. Potevo sentire il suo profumo e il suo respiro lento e scandito. Quando mi fu abbastanza vicino per baciarmi, mi sussurrò: ‘Voltati.’ Non esitai e poi attesi. ‘Spogliati, lentamente.’ Lui fece tre passi all’indietro per godersi il mio spogliarello. Mi trovavo al centro della stanza e le lampade a parete mi donavano una luce soffusa che accentuava le ombre delle mie linee. Sentivo i suoi occhi fissi su di me, poi quei stessi tre passi che prima avevo sentito allontanarsi si riavvicinarono. Di nuovo il suo profumo, di nuovo il suo respiro. ‘Destra.’ Alzai la mano destra e me la prese senza ...
    ... usare la forza, con un cinturino di cuoio nero mi chiuse il polso, poi me lo portò dietro alla schiena e non feci alcuna resistenza. ‘Sinistra.’ Anche la seconda mano portai alla mia schiena unendola con la prima, gli permisi di bloccarla. La calma con cui faceva quei movimenti lenti, mi aveva sempre fatto credere che anche tutta la preparazione facesse parte dei suoi preliminari, del suo piacere. Non potrei mai negare che già dal suo primo comando i brividi mi scorrevano sotto la pelle. ‘Inginocchiati.’ Piegai prima una gamba e poi l’altra. Lui mi girò in torno e si posizionò davanti a me. Aveva le mani unite tipo in preghiera, si chinò e io lo osservavo. Poi guardai le sue mani vicino a me, si aprirono mostrandomi i due palmi vuoti e bianchi, si richiusero, e io cercai di nuovo i suoi occhi. Le riaprì una seconda volta e una rosa rossa comparve. Era screziata di un rosso scuro. Quasi nero. Non era la solita rosa che ricordava la passione, quella eccelleva la Dominazione. La pose per terra di fronte a me. Lui si rimise dritto e con una mano inizio a sbottonarsi la camicia. Lasciandola aperta potei vedere il suo fisico marmoreo. ‘Prendila.’ Di certo non intendeva con le mani. Mi chinai e con la bocca presi la rosa dal gambo che fortunatamente non era ne troppo lungo ne troppo corto. Doveva essere una rosa senza spine perché il gambo era perfettamente liscio. ‘Non dovrai farla cadere.’ Con un cenno del viso fece segno di alzarmi da terra e di rimanere li al centro. Lui prese un ...
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