Un racconto erotico
Data: 28/10/2020,
Categorie:
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
Lei si stava opportunamente chiedendo se la differenza, se quella difformità tra il fare all’amore e lo scopare fosse la medesima faccenda, insomma che quell’illusione, quel dettaglio e quella sfumatura fosse solamente verbale, vale a dire esteriormente a parole. Il porno non le piaceva, poiché lo riteneva giudicandolo brutale, grossolano e rudimentale, l’erotismo con le sue espressioni figurate e metaforiche d’una doppiezza e d’un perbenismo tale da far venire perfino la nausea. Il sesso, secondo lei, doveva essere precisamente abbrancato e agguantato di petto così com’era, come si fosse presentato, giacché per lei il sesso era in prosa non in versi, perché era l’elemento inaspettato e insperato che ci scombina mettendoci fatalmente in disordine i piani quando siamo o crediamo d’essere organizzati.
Lei se ne stava placidamente seduta sul letto, dal momento che quel giaciglio odorava attualmente di lui, sì, perché lui e lei si erano rotolati sopra fino a poco tempo prima per il fatto che i genitori erano andati fuori. Lui aveva un maglione blu che profumava di pulito ed era caldo, in quanto le piaceva che prendesse l’iniziativa, perché lei era indolente e scansafatiche, così poco prima d’iniziare lui tirava le tende oscurando accuratamente la stanza, dal momento che sapeva bene che non le andava di compiere certe faccende con la luce del sole a tal punto guastafeste, invadente e spione, dato che lei affettuosamente apprezzava quel contesto.
A differenza di lui, che si ...
... eccitava visivamente e andava di netto in visibilio nell’osservare il suo corpo stretto e provocante, lei provava piacere in queste piccole attenzioni, nella cura e nella meticolosità che metteva nell’accarezzarla, nella lentezza dei movimenti, nel modo di far scorrere le dita sulla sua pelle o di girare la lingua, dovunque lui la facesse arrivare, soprattutto lei si eccitava quando lui le sussurrava di abbandonarsi, per il fatto che la mente nervosa e aggressiva di lei stretta fra gli artigli della tensione, percepiva quella malefica morsa allentarsi progressivamente, in quanto i muscoli del collo si decontraevano persuasi dai brividi che le causavano i suoi morsi sulla spalla.
Il suo abbraccio era morbido e in particolar modo deciso, dato che lei accettava cercando d’ignorare a ragion veduta il la costumatezza, l’imbarazzo e il pudore. Il letto era comodo, ma levarsi gli abiti invece era difficoltoso e problematico. Sfilati i jeans, a ogni modo il più era fatto, perché l’attendeva soltanto il piacere delle sue mani da pianista che le palpavano le cosce esplorandone i fianchi, lui le abbassavano un poco le mutandine permettendo alle dita d’intrufolarsi elegantemente dentro e fuori a loro piacimento con finta introversione, con una fasulla timidezza. Lei si lasciava scoprire arrendendosi alle coccole, chiedendogli con le labbra di proteggerla e di rassicurarla, perché godeva nel percepire che le sue dita l’aprivano dolcemente, dato che il suo corpo diventava un’indiscussa ...