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Come le bacche del vischio
Data: 21/10/2020, Categorie: interviste, Autore: thomas andersen, Fonte: EroticiRacconti
... permesso ai timpani, comincio: “Non ho intenzione di conoscerti, tempestarti di domande sulla tua vita o investigare sulle tue fantasie, mi limiterò a raccontarti ciò che non succederà tra noi. Mi raccomando guarda sempre verso il piano di lavoro e se puoi non interrompermi, non vorrei che nessuno si accorgesse che stiamo confabulando, non devono fantasticare che tu stia dando corda a uno sconosciuto che proviene da una vallata lontana. Tra due ore finirò ciò che devo fare qui, uscirò, tornerò in albergo, quello a un chilometro da qui, laverò dal mio corpo la stanchezza del viaggio, cenerò e salirò all’ultimo piano, dove c’è una piccolissima spa. Poiché l’albergo è pressoché deserto oggi, ho chiesto al simpatico titolare di pagare un supplemento per avere accesso esclusivo. Non sarai con me quando, nella penombra, mi immergerò nella tonda vasca e stapperò una bottiglia e , versandone il contenuto in un bicchiere, osserverò, attraverso la finestra, lo scorcio di centro cittadino illuminato da luci calde. Non sarai così folle e incosciente da raggiungermi, chiedermi gentilmente di voltarmi, privarti di ogni indumento ed entrare nell’idromassaggio, protetta dalla schiuma, per proseguire l’ascolto di questo mio racconto. Non ti vedo abbastanza incauta da chiedermi un calice per brindare, senza invocare nessun buon proposito, ma solo per goderci il tintinnio dei cristalli prima di deglutire guardandoci. Eppure, la prima volta che incrociai i tuoi occhi, il mio primo ...
... pensiero fu che una notte avrei cosparso, con olio di gelsomino, ogni angolo del tuo copro, esagerando con la dose, avrei unto ovunque, anche la mia di pelle; nessun massaggio, come unico scopo lo scivolarci addosso, scorrere viscidamente sovrapposti, avvolgendoci uno con l’altro, senza un intento preciso. Come porche anguille, attorcigliarci, famelicamente consapevoli che sarà solo questione di attimi e, nel turbine ininterrotto, inevitabilmente ci incastreremo. Ci troverà impreparati, perché non sarà uno spingersi, ma un precipitare, un risucchio. Non potendo essere dosato, sarà fino in fondo. Qualunque intromissione avverrà, un tuo dito nella mia bocca, la mia lingua nel tuo buio, il mio viso fra i tuoi piedi, la mia carica sessuale nel tuo grembo o nel tuo culo, entreremo senza chiedere, senza opporci; fuoriusciremo per innestarci subito dopo, lingue in bocca, nelle orecchie, respiri soffocati negli incavi della carne, ingestibile erezione nella tua gola o nel tuo più sconcio pertugio, lerci di Noi, sudici delle salive, bisunti di olio, sapone e umori. Mani che sgusciano sui petti, sui seni, perdita di controllo sul dove inizia l’amplesso e dove finisce l’animale. Ci puliremmo e sporcheremmo nella stessa carezza. Mi sbagliai quattro anni fa, quando, vedendo per la prima volta l’intensità magnetica delle tue iridi, pensai che avremmo scoperto, in un vortice di oscena necessità di impiastricciarci, dove e come i nostri riprovevoli densi getti ci avrebbero imbrattato per ...