1. All'insegna dello spam.


    Data: 18/10/2020, Categorie: Lesbo Autore: Margie, Fonte: EroticiRacconti

    ... riconosco che si tratta di una macchia di sperma. La cameriera mi guarda, mi prende la mano e lecca. Scarica libidine che sembra mia sorella gemella, a parte le tette (sempre quelle, eh!). Mi porge la lista delle specialità della casa. Ordino e lei si dilegua.
    
    Mi guardo in giro. Ci sono diversi uomini allupati, una coppia gay, due donne con l'aria da libero accesso (non c'è due senza tre. La terza sono io). A un tavolo due coppie avanti con gli approcci di scambio. Altre coppie sono sparpagliate nella sala. Intanto mi portano ciò che ho ordinato. Ottimo. Altri punti a favore, abbondantemente.
    
    L'orchestrina finisce il suo sconcerto (non è un refuso, la “s” è volontaria). Sale sul palco il rospetto, dal cui sproloquio mi sembra di capire che sta per presentarsi sul palcoscenico una contorsionista. “È in suo onore che il locale si chiama così”. Per la verità, questa frase sarebbe stata molto più lunga. Dopo impari lotta e col supporto di approfonditi studi di esegetica, sono giunta a questa conclusione. Si presenta sul palco una ragazza in bikini. Se lo toglie subito e si scusa, ma non vuole intralci per i suoi movimenti. Guarda un punto del locale e parte una musica sensuale. Musica per davvero. Resto sbigottita per la sinuosità dei suoi movimenti. Sono finalizzati a mostrare le sue parti intime nel modo più volgare e, contemporaneamente, dolce ed eccitante. Le mosse sembrano una specie di masturbazione e, dall'espressione del suo viso, una masturbazione molto ...
    ... coinvolgente. Mi sento coinvolta anch'io ma riesco ad osservare con sufficiente lucidità. Mi viene spontaneo mostrarle i miei piercing su labbra e clitoride. Mi pare che i suoi occhi mi scrutino percorrendomi. Le sue contorsioni danno l'impressione del moto di un'onda. Capisco il motivo del nome. Ora ha il viso rivolto verso il pubblico, la schiena inarcata in avanti, le gambe divaricate, il seno schiacciato su un cuscino. Si tocca. Nella confusione della mia eccitazione non capisco bene come e dove, ma lancia un grido strozzato e spara fuori dalla passera uno schizzo abbondante. Anch'io schizzo.
    
    “Ecco la grande onda”, gracida il rospetto, mentre il pubblico applaude entusiasta. Non so se ci vogliano le iniziali maiuscole per “grande onda”, perché non ho effettuato indagini aulla questione. La ragazza intanto si mette in piedi, s'inchina, ringrazia. Scende dal palco e viene verso di me. Mi bisbiglia qualcosa. Le rispondo di sì. Lei allora mi prende per mano e mi conduce sul palcoscenico. Ad alta voce chiama un Bolero. Al ritmo del tamburo mi spoglia e mi bacia in bocca. Poi dolcezza e ferocia, intensità e leggerezza, lentezza e frenesia... Ci travolgiamo con onde sempre più forti. Sull'ultima battuta crolliamo sul palco oscenamente bagnato dai nostri schizzi. Fra grida e applausi si chiude il sipario.
    
    Il rospetto viene da noi. Mi offre di fermarmi a lavorare lì e mi dice che la consumazione (stuzzichini di buon livello, per la verità, accompagnati da una bottiglia di squisito ...