All'insegna dello spam.
Data: 18/10/2020,
Categorie:
Lesbo
Autore: Margie, Fonte: EroticiRacconti
Sexy cabaret.
Il vicoletto verso il mare fa tanto bassofondo: rifiuti sparsi, il catorcio arrugginito di un'utilitaria (lo so, adesso si dice city car, ma io sono poco internazionale), due biciclette che sembrano attrezzi per tortura, un vaso di fiori appassiti. Mi guardo intorno: sono a pochi metri dall'insegna “cabbarrè Londa”, il locale di cui mi parlavano.
“Sai, dovrebbe essere “l'onda”, ma il proprietario è un tale che scrive su ER. L'ho conosciuto in quella città. Ti assicuro che quando descrive se stesso e le sue grandi avventure amatorie si tratta solo ed esclusivamente di fantasia meno credibile di una banconota da trecentovantasette euro. Forse non godresti neanche tu che vieni solo a vedere un pettirosso su una siepe perché in fondo è un uccello”.
Eccola lì, l'insegna. Sono a pochi passi dalla porta. Infilo i sandali che avevo tenuto in mano per poter camminare più agevolmente. Come sempre, camminare scalza per strada mi eccita. Mi avvicino alla porta e mi vedo in una vetrinetta: corpetto trasparente come un cancello aperto, minigonna che copre poco più di una cintura, segni luccicanti all'interno delle cosce perché non sono riuscita a trattenere l'eccitazione. Posso notarla solo fra le gambe, perché la mia faccia è al di sopra della cornice della finestra. Meglio così.
Entro. S'avvicina subito una cameriera piuttosto succinta, anche se rispetto a me sembra quasi indossi un abito da monaca. Mi guarda e m'infila una mano fra le gambe. Una voce maschile ...
... la rimprovera dicendo che non era necessario controllare: si vede benissimo che non ho mutande perchè ho la colatura di figa. A parlare è un rospetto le cui sgrammaticature mi fanno riconoscere il proprietario: parla proprio come scrive. La ragazza intanto porta la mano verso il proprio viso. Annusa e lecca. Le sfugge un'esclamazione meravigliata e soddisfatta.
L'ambiente è piuttosto sudicio e squallido e queste due caratteristiche sono punti a suo favore. Per contro gli accessori sono orrendi: arredamento, bicchieri e tutto il resto s'intonano perfettamente con lo stile del grande scrittore. Su un piccolo palcoscenico si esibisce un quintetto sgangherato: il batterista sbaglia il ritmo, la contrabbassista sta in piedi su una sedia perché è troppo bassa, la pianista sembra avere al posto delle dita le zampe palmate di un'oca. Mi viene in mente Guendalina, quella degli Aristogatti, per l'espressione intelligente. Il chitarrista confonde le corde, ma salta sul palco come una cavalletta impazzita. Infine c'è uno che ha in mano una tromba, ma non sa che farsene. Trovo l'ensemble decisamente divertente. Lo sforzo di seguire la musica è inferiore a quello di capire che cosa scriva il grande autore.
Nell'aria c'è un piacevole odore di sesso. Mentre la cameriera mi accompagna a un tavolino sotto il palcoscenico mi dà un paio di palpate al sedere. Altro punto a favore. Reagisco come un'arancia quando viene spremuta. Mi siedo. La seduta della poltroncina è bagnaticcia. Tocco e ...