1. MAI FIDARSI DELLE APPERENZE


    Data: 05/09/2020, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Autore: wenona_borslav, Fonte: RaccontiMilu

    ... zac! quel sottile filino di stoffa cede. Poggio le forbici al lato del tavolo e riprendo a palparle le chiappe.
    
    “Ok va bene. Volevi vedere il mio culo tutto nudo ma adesso i bracciali. Svelto prima che torni la strega ”
    
    Continuo a palparla stringendo le chiappe e allargandole
    
    “Slegami avanti ”
    
    Fino a scorgere il suo sfintere.
    
    “Cazzo mi senti”
    
    La sua voce mi scuote ‘Io’si’si’
    
    ‘Bravo muoviti allora taglia questi dannati bracciali”
    
    La vista del suo buchetto mi ipnotizza e le sue parole mi tentano. Volgo nuovamente lo sguardo verso quelle forbici
    
    “Muoviti ti ho detto! Taglia!”
    
    Le prendo e faccio per avvicinarmi a uno dei suoi polsi. Ma improvviso il pensiero della vedova mi fa desistere.
    
    Ci siamo. Poi vedo che esita.
    
    ‘Io…non posso’
    
    “Cazzo si che puoi!”
    
    Resto bloccato con le forbici in mano e paralizzato in quella posa.
    
    “Ormai ci sei. Taglia!” Il tono della mia voce si alza. “Ti ho detto di tagliare cosa cazzo aspetti dannato mongoloide!”
    
    Osservo la forbice nella mia mano come se studiassi le possibili conseguenze di quello che la poliziotta mi sta chiedendo di fare.
    
    “Liberami Subito! &egrave un ordine! ” Lo guardo. &egrave come inebetito. “Muoviti deficente ma che cazzo hai in quella testa marcia!”
    
    No, non posso tagliare quei lacci la vedova ha ragione non c’&egrave fidarsi di lei penso tra me e me.
    
    Ora sto gridando di rabbia “Taglia brutto figlio di puttana taglia!!”
    
    Ma ormai il suo gioco &egrave fallito il suo ...
    ... tentativo non ha dato il frutto sperato e torno a posare le forbci sul tavolinetto dov’erano state lasciate in precedenza.
    
    “Vaffanculooo! !!” Sto urlando livida di rabbia e frustrazione. Do’ potenti inutili strattoni con le braccia riuscendo solo a farmi del male alle spalle già provate dalla posizione forzata.
    
    Provo a carezzarla ancora sulla coscia ma di colpo la sento rigida come se la ripugnasse il mio tocco. ‘Io…perdonami’ le dico quasi pentito di non averla accontentata.
    
    “Tu sei un maledetto inutile coglione! Perdonarti? Vaffanculo aspetta che mi liberate e poi vedi come ti perdono “Rido istericamente sadica.
    
    Dico con voce debole ‘ma tu prima”
    
    “Perché prima o poi dovrete pur slegarmi e allora’ ”
    
    ‘dicevi’cio&egrave davvero avresti fatto fatto quelle cose con me?’
    
    Rido cattiva.
    
    Le sue ultime minacce neppure le sento ma sono preso dal dubbio che fosse vero ciò che mi stava dicendo.
    
    “Si certo testa di cazzo aspetta che mi libero poi vedi che belle cose faccio con te”
    
    Quasi pentendomi di aver pensato che lei volesse fare davvero ciò che mi diceva mi sento preso un impeto di rabbia. Allora torno a palparle le chiappe stringendole forte come mai fino a quel momento. C’&egrave rabbia stavolta dentro di me, voglia di rivalsa.
    
    Sento la sua stretta forte e cattiva su di me.
    
    Le tendo le carni delle natiche fino all’estremo poi le stringo come se volessi stritolarle con le mani.
    
    Ma sono talmente incazzata che sento appena il fastidio.
    
    Con un dito ...
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