1. MAI FIDARSI DELLE APPERENZE


    Data: 05/09/2020, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Autore: wenona_borslav, Fonte: RaccontiMilu

    ... far appello a tutte le mie energie. L’orgoglio frantumato..la mia virilità calpestata…umiliato..deriso…mi sembra di impazzire..e il dolore fisico &egrave l’ultimo dei mali.
    
    “Si, sei una cane. Una merda di cane. E come tutti i cani sai cosa devi fare. Lecca! Leccami gli anfibi. E lecca bene. Li devi fare lucidi o te la spacco quella schiena da frocio che hai”.
    
    Le punte dei suoi anfibi a pochi centimetri dalla mia faccia..e quell’ordine..un ordine assurdo..assolutamente arbitrario. Ma ormai non ho più la forza di obiettare…timido..servile..umile…avvicino la bocca alla sua scarpa e timorosamente inizio a sfiorarla con la lingua.
    
    Io lo guardo senza muovermi “Lecca bene cazzo!” E gli piazzo un altra manganellata sull’ osso sacro.
    
    ‘S..si’ dico quasi temendo di aumentare la sua ira ‘Aaaaaaaaaaah’ Mi accascio nuovamente al suolo torcendomi per il dolore non sto subendo più solo la sua violenza verbale ma anche la sua fisicità..sia pur attraverso un manganello.
    
    “Lucidami sti cazzo di anfibi o giuro che ti metto su una sedia a rotelle. Ti spacco la schiena. Non te lo dico più ”
    
    Cercando di vincere il dolore che mi affligge mi risollevo a fatica e riprendo quell’umiliante azione leccandole gli anfibi come il più umile degli schiavi.
    
    “Così, bravo. …anche intorno alla suola”. Mi godo il mio momento, poi all’improvviso mi sposto e con la suola dell’anfibio destro gli dò uno spintone sulla spalla che lo fa rotolare via.
    
    Per effetto della spinta mi rovescio ...
    ... all’indietro finendo quasi contro la parete offrendo la visione del mio corpo nudo.
    
    Lo guardo con un aria patetica.
    
    Cerco di ricompormi…rimettendomi in ginocchio
    
    “Che inutile merdina che sei. Pensavi di prendermi per il culo con la storia dei documenti eh..” Mi avvicino a lui
    
    ‘Non…non era una storia’ dico quasi con un filo di voce.
    
    Io resto in piedi guardandolo dall’alto. “Taci merda!”
    
    Sento tutto il peso e la forza della sua figura.
    
    E gli sparo un altra legnata sulla spalla sinistra. Arrogante dispotica prepotente dura.
    
    ‘Aaaaaaaaah’
    
    “Sei talmente insignificante come uomo che non c’&egrave nemmeno gusto con te. Forse mi sarei divertita di più con la tua amichetta di là. Comunque adesso ne ho abbastanza di voi due. Tu adesso ti rivesti prendi quella troia succhiacazzi della vecchia e vi levate dai coglioni. Inutile dirti che se fate una parola con qualcuno di quello che &egrave successo qui…” Sorrido cattiva “Non ci sarà un posto dove vi potrete nascondere”. Mi giro dandogli le spalle e mi dirigo verso la porta della cella. “Torna a casa e fatti consolare dalla vecchia. Magari ti succhia l’uccello e dimentichi tutto “. Detto questo esco e me ne vado lasciandolo solo. “Antonio, accompagna all’uscita questi due stronzi” dico prima di scomparire in cima alle scale.
    
    Io ancora a terra…umiliato e dolorante per i colpi ricevuti..riesco a sollevare lo sguardo di quel tanto che basta a consentirmi di vederla mentre mi dà le spalle lasciando la stanza. Ancora una ...
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