1. Sveltina estiva


    Data: 20/04/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: sposato40, Fonte: Annunci69

    ... brioche, finisco il caffè e salgo a fare una doccia, passando più tempo del solito sotto quei getti d’acqua calda e fumante, lasciando che ogni muscolo del mio corpo si rinvigorisca per affrontare quel che mi aspetta, e infilo anche il sottile doccino nel culo, sciacquandomi per bene anche dentro, poi esco, mi asciugo, e mi vesto, sicuro che manca poco, davvero poco.
    
    Una sola è la cosa, godere, e non vedo l’ora di farlo, tanto che mi vien da ridere, mentre infilo i pantaloni corti, per non riuscire a farci star dentro il cazzo, così duro e dritto verso l’alto che sembra farmi un dispetto, uscendo sempre fuori dallo spesso elastico.
    
    Mi guardo allo specchio, la maglietta aderente veste alla perfezione il mio torso muscoloso, le spalle larghe, le braccia forti e quei due pettorali gonfi quasi come i miei glutei, che osservo voltandomi di lato, ringraziando tutte le ore di palestra che Laura mi costringeva a fare da prima del matrimonio, per quella curva sui lombi che rende il mio culo sporgente, alto, rotondo, così gonfio che quando agito i fianchi, vedo i pantaloncini muoversi come un paio di sacchetti pieni d’acqua.
    
    Scendo giù, esco sotto al portico, ma dalla parte davanti, col telefono a portata di mano, e mi accendo una sigaretta, aspirando forte, mentre l’eccitazione dell’attesa sale, e quando sono all’ultimo tiro, prima di fumarmi il filtro, il segnale arriva, con un bip.
    
    Apro il messaggio, è sempre il solito, è il nostro segnale, e rido, col cuore che batte a ...
    ... mille, e lo sento pulsare persino sulle vene del cazzo e dello sfintere, guardando quella faccina a forma di faccia di maiale, rosa, col sorriso.
    
    Schiaccio il mozzicone sul posacenere di porcellana, poggiato sul tavolino di fianco, proprio sopra lo stemma di una nota marca di whisky, e corro in casa, chiudendo la porta a chiave, due giri, non si sa mai.
    
    Porto il telefono con me, esco dal salotto nel giardino sul retro, poi attraverso di corsa il sentiero, cercando di non scivolare su quelle lastre di pietra grigia, ognuna di una forma differente, che porta alla casetta, nascosta quasi del tutto da quelle due grandi aiuole e dal grande albero di ippocastano, che con le sue fronde la tiene ombreggiata e fresca.
    
    Entro, faccio posto sul tavolo, apro appena una delle finestrelle e mi accendo un’altra sigaretta, perché sono troppo eccitato, troppo su di giri, e mi appoggio al grande tavolo, riempiendo tutta l’aria di cerchi di fumo, carezzandomi, sfiorando appena i miei capezzoli turgidi, la mia erezione sotto i pantaloncini, aspettando che lui arrivi.
    
    L’avevo pensata bene, e quel passaggio segreto si apriva direttamente davanti all’entrata sul retro, dove una porta senza maniglia, che si apre solo a spinta, lasciava entrare solo chi era a conoscenza di quel secondo passaggio segreto, e infatti, quando sono quasi alla fine della sigaretta, vedo quella porticina aprirsi, piano, cigolando appena, e poi compare lui, attorniato dalla luce del sole che ora brilla in alto nel ...
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