1. Sveltina estiva


    Data: 20/04/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: sposato40, Fonte: Annunci69

    Quando sai come sarà la giornata, non puoi che svegliarti con il sorriso sul viso, perché sai che avrai quel che vuoi, quel che desideri, quel che aspetti da giorni.
    
    Mi alzo, vado giù in cucina, e mia moglie, come al solito, ha già preparato ogni ben di Dio per colazione, brioches, caffè, latte schiumato e un paio di fette di torta che solo a vederle, mi si spalanca lo stomaco ancora di più.
    
    “Tesoro, buongiorno! Buona colazione, io parto fra cinque minuti, ci vediamo stasera, ok?” mi dice, dandomi un buffetto sulla guancia e la solita strizzata al culo, stringendomi la chiappa così forte che mi fa scoppiare a ridere.
    
    “Grazie, amore, buona giornata al lavoro!” le rispondo, e la guardo allontanarsi, vestirsi e uscire di casa, con le chiavi dell’auto e due minuti dopo sento il rumore del motore dell’auto, che sfreccia via sgommando, e bestemmio, per i segni che sicuramente ha lasciato sul vialetto di casa, come al solito.
    
    Mi riempio la tazza, e inizio a fare colazione, slacciando la vestaglia e lasciando finalmente libera la mia erezione, ma senza occuparmene, senza toccarmi, nemmeno lo guardo, il mio cazzo duro, perché so che poi verrà il suo momento, e il solo pensiero lo fa indurire ancora di più.
    
    Ma è altro quello che mi gira nella testa, è la solita voglia, prepotente, fissa, che ormai da giorni popola ogni voluta del mio cervello, annebbiando persino i pensieri più importanti, e mentre sorseggio quella bevanda scura e aromatica, non faccio altro che guardare ...
    ... fuori dalla finestra della cucina, cercando con lo sguardo quella piccola casupola di legno fra i cespugli di ortensie e le due grandi aiuole piene di dalie, pronte per esplodere con la loro fioritura.
    
    Sono eccitato, lo sono sempre di più, e più guardo quella casetta costruita con le mie mani, più mi si spalanca il culo, quel grosso culo di cui mia moglie va così fiera da vantarsene con le amiche, ma che non immagina nemmeno sia più affamato della sua figa.
    
    Quella casetta l’avevo costruita io, con le mie mani, ed era diventata il mio rifugio, dove costruivo i miei modellini e dove passavo il tempo in completa solitudine, prima che si trasformasse in qualcosa di diverso, nel luogo di perdizione dove davo sfogo alle mie fantasie più recondite.
    
    E anche adesso ci penso, e non vedo l’ora che accada, e mentre ci penso guardo la siepe, ridendo, mentre penso a quel fantomatico passaggio segreto, impossibile da trovare se non lo si sa, creato sotto le fitte fronde delle clematidi e del glicine, inciso sulle tavole dello steccato, come una porticina che da su un mondo magico, ma che serve soltanto al mio piacere, e non solo il mio.
    
    Entra da lì, il mio vicino, in barba alla mia e alla sua consorte, e viene da me, solo da me, sempre da me, con le sue voglie pronte a scatenarsi dentro di me, e io gli do quello che vuole, perché è quello che voglio pure io, e quell’incastro magico ci unisce in segreto, rendendo il tutto ancora più eccitante e irrinunciabile.
    
    Mangio l’ultima ...
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