UNA SCOLARA SPECIALE – IL GIORNO DELLA VERITA’ -7
Data: 01/09/2020,
Categorie:
Etero
Autore: F.P., Fonte: RaccontiMilu
... riconobbi subito il lampo ed ogni mia cellula esplose di gioia in quell’attimo. Avevo perso, come le altre volte, il senso dell’equilibrio e non sapevo definire se ero o meno capovolta. Sentii l’aria mancarmi e mi ritrovai impaurita al rumore del mio rantolo per inspirare più aria perché i miei polmoni ne richiedevano ancora di più. Sentii la mia risata rimbombarmi nelle orecchie e udii la mia voce che gridando mi penetrava nelle orecchie:“Ancora, ancora. Non ti fermare. Ti prometto che sarò sempre la tua puttana.”Ma non potevo essere io quella che gridava.
Non capivo più niente, avevo perso qualsiasi appiglio con la realtà e quando pensavo che tutto si stesse attenuando, la gioia mi accarezzò un’altra volta, col suo lampo abbagliante che mi ricacciò in quel labirinto dal quale non ero più capace ad uscire. Ogni volta che finiva, quel sole bianco abbagliante mi tornava a ghermire, sconvolgendomi e ricacciandomi in cima al precipizio per poi scagliarmi nuovamente giù con violenza in quel turbine.
Mi ritrovai stesa su Francesco che sembrava dormire, tutta bagnata di sudore; o forse non era solo sudore? Sentivo le gambe tremare, ma non riuscivo ancora a governarle. La spossatezza che mi aveva presa d’assalto mi permetteva appena di aprire gli occhi con fatica. Vidi Francesco aprire gli occhi e guardarmi; feci uno sforzo per sorridergli e con un filo di voce gli mormorai:
“Che te ne pare? Credo di aver superato la prova, vero?”“Sei incredibile. Mi sento uno ...
... straccio.”Poi cercò di farmi muovere da sopra di lui e capii che, anche se ora ero tutto finito, il suo scettro, per quanto si fosse ridotto, era ancora dentro di me. Quel pensiero mi fece ridere.“Ora puoi anche riprendertelo.”Con una mano lo feci uscire del tutto e fu come togliere il tappo ad una bottiglia perché mi resi conto di essere immersa in un’incredibile profusione di umori.Che pasticcio avevo combinato. Mi era successo un’altra volta.“Presto Francesco alziamoci che abbiamo quasi allagato il letto. Dobbiamo pulire tutto. Speriamo che le traverse abbiano salvato almeno i materassi; li abbiamo appena comprati e pagati un occhio.”Con fatica dopo circa mezzora eravamo seduti in salotto ancora tutti nudi ed esausti.“Meno male. I materassi erano appena umidi. Speriamo che una volta asciutti non restino aloni. Accidenti, non sapevo di aver perso anche tutto quel sangue.”“E già carina. La colpa è tua. Dovevi deciderti prima a perdere la tua verginità.”“Ah, è vero. Ora non sono più vergine.”Ci guardammo e scoppiammo a ridere a crepapelle.“Te l’avevo detto che ci avremmo riso su. Vedi? Sei stata incredibile. Quando ho capito che stavolta tutto era a posto, devo dire che avevo paura di non essere all’altezza di farti felice.”Ero felice e sapevo che lui era come me: ora però dovevo sbozzarlo.“Con farmi felice intendi dire farmi godere?”“Sì, ma quando ti ho visto godere, ho continuato a …. a …..”“A chiavarmi?”“Sì, a chiavarti e ho continuato ancora per dieci minuti, ...